Sito della Libera Associzione Cittadini Acresi

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Non vogliamo società in mezzo tra noi e il Comune. La storia della So.Ge.Fil basta e avanza.

A noi acresi ci piace farci del male. Ci piace, sembra il nostro sport preferito. Soprattutto ultimamente. Da quando al Comune siede l’attuale sindaco, Nicola Tenuta. L’emerito primo cittadino, formalmente smemorato quanto materialmente attento ad ogni occasione utile per  salvarsi la poltrona anche a discapito di mandare in default il Comune, vuole affidare la riscossione dei tributi ad una società esterna. Oggi pomeriggio il Civico consesso deciderà se dare seguito a questa ennesima batosta in capo agli acresi. Il sindaco dimentica, anzi evita di ricordare, che il Comune si è già costituito parte civile nel processo penale contro la SO.GE.FIL, la società di riscossione dei tributi che, stando alle accuse, ha truffato ben 88 comuni calabresi, tra cui anche Acri. Pare si siano intascati i soldi e li abbiano sperperati per i loro personalissimi interessi. Circa 15 milioni di euro avrebbero dilapidato Mario Lo Po e altri. Soldi che non sono mai arrivati nelle casse dei Comuni.

Per il sindaco, evidentemente, la storia non è maestra di vita, ma carta straccia. Noi dell’associazione LACA non discutiamo la professionalità della società – non ne conosciamo nemmeno l’organigramma – sicuramente la più onesta che ci sia in circolazione fino a prova contraria. Noi mettiamo in discussione la volontà politica di una scelta scellerata che solo l’attuale sindaco poteva partorire.

La storia, caro Tenuta, ci insegna che nell’anno 2013, quando la Corte dei Conti incominciò a bacchettare il Comune da Lei sciaguratamente amministrato, l’Ente provò a giustificarsi dicendo che grazie alla società di Lo Po avrebbe “proceduto quantomeno ad eliminare eventuali sovrastime dei residui per gli anni che vanno dal 2000 al 2008” (si ricorda questi anni Tenuta? Chi è stato sindaco nel primo quinquennio?) Cosa che poi non si è verificata per un motivo molto semplice. La So.Ge.Fil non ha mantenuto quanto concordato. Tanto che lo stesso Tenuta diede mandato nel giugno 2014 all’avvocato Raffaele Francesco Caravetta di “difendere le ragioni del Comune” nel procedimento numero 638 del 2012 che vede tutti insieme appassionatamente gli Enti calabresi truffati.

Ed ha anche la faccia tosta di accusare noi del sodalizio che la mancata riscossione dei tributi è colpa nostra? A chi la vuole dare a bere?

Signor Tenuta sindaco, noi pensiamo che la riscossione dei tributi spetti solo all’Ente che eroga i servizi. Solo il Comune ha il diritto di pretendere ciò che gli spetta e di favorire ciò che spetta ai cittadini. E non a società che si mettono in mezzo solo per accaparrarsi una fetta della torta con la complicità di Amministrazioni senza scrupoli.

Ci auguriamo che il Consiglio abbia un pizzico d’orgoglio. Che non permetta questo ennesimo atto vandalico contro la cittadinanza tutta.

Vergogna e falsità senza fine!

Vogliamo affrontare ora la questione delle dichiarazioni del sindaco Tenuta e dei consiglieri di maggioranza, nel Consiglio Comunale del 30/09/2016, circa la rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario del comune di Acri, bocciato dalla Corte dei Conti.

Quello a cui abbiamo assistito è stato l’ennesimo consiglio comunale inutile. L’ennesima perdita di tempo. Tutto per ritardare l’inesorabile destino. In un periodo storico, durante il quale il tessuto sociale della nostra città si sta sfaldando, nel quale assistiamo, nel più assoluto silenzio, al depotenziamento del nostro ospedale e dei nostri servizi essenziali, con gente disperata che cerca di tirare avanti tra mille difficoltà, e con la continua emorragia di giovani, ecco che siamo costretti ad assistere ad una nuova scena penosa.

I “Salvatori” della Patria cercano di scaricare ancora una volta la colpa del loro fallimento e della deriva di questo Comune, su altri, chi siano poi non è dato ancora sapere. Anzi, un nome a dire il vero è venuto fuori: LACA! Si cari concittadini, la colpa del mancato incasso dei tributi e dei bilanci taroccati, ma anche del dissesto, è della Libera Associazione Cittadini Acresi. Lo ha affermato candidamente una brutta controfigura di amministratore. La colpa sicuramente è nostra, nella misura in cui abbiamo esortato i nostri concittadini a difendere i propri diritti. Nell’aver sollecitato la Corte dei Conti della Calabria, il Prefetto, il Collegio dei Revisori dei Conti del comune di Acri, chiedendoli di intervenire, verificando l’operato e la congruità dei piani finanziari degli ultimi 3 anni dell’attuale amministrazione.

Come sentenziato dalla Corte dei Conti, la colpa del dissesto, è degli artifici contabili inventati per nascondere gli abusi perpetrati contro i cittadini, le spese pazze in affidi diretti le esternalizzazioni dei servizi!

E’ colpa di tutte le amministrazioni negli ultimi 16 anni, compresa anche la prima del nostro Ragioniere, che hanno lasciato milioni di debiti a noi ed ai nostri figli.

Riguardo al “famoso” LODO OLIMPIA, sembra che il comune sia risultato di nuovo soccombente in una causa civile (l’ennesima per questa amministrazione “litigiosa”). La collettività si dovrà sobbarcare altri debiti per oltre 1,2 milioni di euro per colpa del “taroccatore” di bilanci, il quale pare si sia opposto a un accordo sui 75mila euro per chiudere la questione.

Insomma: “I Politici si bevono il vino, e poi sono i cittadini che sono ubriachi!”

In tutto il tempo che abbiamo acceso i riflettori sulla questione Tributi, abbiamo sempre affermato, che le tasse vanno pagate, ma il giusto. Invitiamo, pertanto, il Ragioniere dei bilanci inventati a voler portare le prove di quanto afferma riguarda le responsabilità della LACA, in caso contrario si tratterebbe di un palese caso di diffamazione passibile di querela.

Le richieste sull’abbattimento dell’80% per il disservizio della mancata raccolta dei RSU, negli anni 2013 e 2014, non sono state accolte, nonostante le 4 certificazioni ASP, quella ARPACal, e un’ordinanza contingibile ed urgente. Eppure il Ragioniere aveva preso formale impegno ad impiegare le somme da destinare alla Regione per compensare il disservizio provocato dalla chiusura delle discariche. Una delle molte promesse mai mantenute.

Risulta ormai evidente, che tutta l’azione amministrativa e ridotta a un mero “comitato d’affari”. Occorre placare la fame dei portatori di voti, con questo o quell’affido diretto, il tutto condito con una buona dose di “cattiveria vendicativa” nei confronti degli oppositori, politici e non.

Che cosa possiamo dire di un “uomo” che chiama la gente invitandola a non condividere, o a non mettere “Mi piace”, su un post su Facebook, solo perché fa satira “verace”.

Cosa dire di chi “minaccia” persone, anche per strada, invitandole a stare zitte e non rivelare questo o quel segreto o intrallazzo.

Ci asteniamo, per il momento, dal fare considerazioni su queste bassezze. Diciamo solo che forse dovremmo seguire i consigli di qualcuno, e prendere i forconi e recarci sotto la casa municipale, o sotto le “sontuose ville”, come facevano i nostri antenati in un passato nemmeno troppo lontano. Dovremmo forse scagliarci contro i tiranni, cacciarli via per manifesta incapacità, per aver tradito il rapporto di fiducia con i cittadini.

Non è detto che ciò non avvenga, in un futuro non troppo lontano.

https://youtu.be/eWc45tLz4V8 Sindaco contro LACA

https://www.youtube.com/watch?v=AFzUUV-enwU dichiarazioni Tenuta.

Ospedale, forse ci siamo sbagliati!

Forse ci siamo sbagliati. Forse hanno ragione loro, i nostri amministratori. Forse… ma l’importante è stare sempre bene in salute.

Mentre la nostra associazione crea allarmismo nei cittadini, con “false” affermazioni in materia sanitaria circa il destino del nostro ospedale, abbiamo la fortuna di avere super esperti in materia sanitaria e in materia politica programmatica, altrimenti chissà cosa ne sarebbe stato della Sanità acrese! Mentre i Nostri, a loro dire, hanno valutato, discusso, progettato, e programmato negli ultimi tempi, noi sempre sbagliando abbiamo riscontrato che nell’atto aziendale emanato dall’ASP di Cosenza ci sono alcune cose che non tornano. Per questo, noi, sempre sbagliando, lo abbiamo evidenziato ai cittadini. Il dubbio è legittimo: perché i Nostri non hanno evidenziato gli “ottimi” risultati ottenuti? I super politici ci etichettano come pseudo esperti in Sanità ma noi esercitiamo il sacrosanto diritto di critica.

Il reparto di Chirurgia è attivo come ricoveri o no? La RM era già prevista ai tempi di Scopelliti, dov’è? Il “Percorso Nascita” è mai nato? La Lungodegenza quando parte? L’ambulatorio di Oncologia si farà? Mentre noi poniamo “false” domande, i nostri super politici esperti cosa hanno fatto?

Noi dal canto nostro, vorremmo una Sanità diversa, con un presidio ospedaliero diverso, che dia risposte diverse da quelle attuali, e per questo abbiamo una proposta elaborata nell’interessi dei cittadini.

Intanto, l’ospedale è sempre più spento.

Ospedale addio!

Il Direttore Generale dell’ASP di Cosenza, dott. Mauro, ha emanato, con delibera 1397 del 29 agosto 2016, l’attesissimo l’atto aziendale che dovrebbe ridisegnare l’organizzazione sanitaria della provincia di Cosenza, come prescritto dal DCA 30 del 2016.

Insieme a tutte le altre storture contenute in questo documento, possiamo certamente osservare che rispetto al decreto del commissario Scura, per l’ospedale di Acri non vengono implementati ne l’ambulatorio di oncologia, ne la lungodegenza. Il P.O. di Acri dipenderà dallo Spoke Corigliano/Rossano, e implicherà necessariamente un possibile “furto” di personale e di apparecchiature, come già avvenuto durante l’esistenza dello Spoke Acri/Castrovillari. Chi parlava di un potenziamento e non di smantellamento, della struttura ospedaliera ha solo preso in giro i cittadini acresi, che a tutt’oggi si ritrovano un ospedale ulteriormente ridimensionato rispetto a 2 anni fa, in cui avevamo almeno un reparto Chirurgia con i ricoveri ordinari, ed oggi praticamente il nulla!

Assisteremo sicuramente ad un calo di prestazioni in ogni reparto. Quello che fa davvero male è il fatto che l’ospedale viene percepito dalla popolazione, come una struttura che non più far fronte alle emergenze, ma neanche al più semplice intervento. Sarà destinato ad una fine ingloriosa, per quello che un tempo era un centro di eccellenza. Perciò, diciamo addio all’ospedale di Acri!

Ci chiediamo a cosa sono serviti gli incontri del parte del primo cittadino, che dovrebbe rappresentare e difendere la popolazione acrese. Ci chiediamo anche perché alla Conferenza dei Sindaci, nella quale dovrebbero essere recepite le istanze e le esigenze sanitarie di un territorio, perché non ha state portate proposte credibili? Perché non ha chiesto alla popolazione di combattere insieme per la difesa dell’ospedale? Questi sono i risultati che questi politicanti di amministratori hanno ottenuto per la popolazione acrese! Noi cittadini siamo amareggiati per questi sviluppi, che peraltro avevamo ampiamente previsto, soprattutto con la mobilitazione popolare, le denunce e le manifestazioni. L’amministrazione cittadina sorda, insieme al presidente Oliverio, che ad Acri ha preso migliaia di voti, ed al commissario mandato da Roma, tutti colpevoli di non aver recepito le istanze e le proposte dei cittadini, che vedono calpestato il proprio diritto alla Salute!

Ci (Ri)siamo!

Eccoci qui.

Non ci siamo arresi, come qualche “vecchio volpone” avrebbe voluto, ma è difficile tenere sempre alta l’attenzione e combattere con il volontariato e con i pochi mezzi a disposizione, contro il sistema di clientele e favoritismi che vige nel nostro paese. Abbiamo, purtroppo, anche constatato che non è la libertà che manca, quello che mancano sono gli uomini (e donne) liberi!

In questi mesi abbiamo notato un timido risveglio delle coscienze, e di questo crediamo di aver contribuito anche noi. Sono accaduti molti fatti della vita pubblica cittadina che necessitavano di una attenzione speciale, e dei quali alcuni nostri concittadini vicini, ma anche lontani, hanno scritto.

Abbiamo assistito al continuo depauperamento del nostro Ospedale, come di tutta la Sanità pubblica nazionale, presi di mira da chi vuole privatizzare i servizi pubblici, con logiche che avvantaggiano il mero profitto a discapito della salute dei cittadini, ed alle quali dobbiamo opporci. Noi su questo siamo stati sempre ignorati da parte dell’amministrazione, nonostante avessimo da dire la nostra.

Abbiamo assistito all’inaugurazione di un bar di un privato cittadino, con tanto di fascia tricolore, in barba al criterio di “un uso corretto” della stessa riservata a occasioni ufficiali e istituzionali. Fascia che invece mancava, è sempre bene ricordarlo, nella manifestazione a difesa dell’ospedale dell’aprile 2015.

Abbiamo osservato con ribrezzo al taglio sconsiderato di alberi, i quali non hanno avuto, negli anni la cura che meritavano. Gli stessi, pochi mesi prima erano stati “selvaggiamente” capitozzati, il tutto per il semplice profitto, che troppo spesso ha la meglio sul buon senso e sulla buona amministrazione della cosa pubblica.

Abbiamo constatato che non è stata risolta l’ormai cronica carenza d’acqua che assilla tutto il territorio cittadino. Acqua che invece viene usata per annaffiare rotonde, date in concessione a privati, con spazi pubblici “venduti” per nulla, in barba anche al codice della strada.

Abbiamo ricevuto la porta in faccia da parte del sindaco per la concessione del gratuito patrocinio per l’organizzazione di una giornata di promozione culturale acrese, perché poco “graditi”, tipico atteggiamento di chi di arroga il diritto di disporre della cosa pubblica come se fosse propria, dimenticando di essere un nostro dipendente, che presto o tardi dovrà lasciare la poltrona. Patrocinio concesso anche a iniziative con scopo di lucro!

Intanto, le bollette continuano ad arrivare: ultima delle quali l’ICI dell’anno 2011 di cui emesse a tappetto a tutti i cittadini, anche quelli che hanno già pagato! Nessuna risposta hanno avuto tutte le nostre richieste dello scorso anno per la detrazione dell’80% per il disservizio sulla raccolta dei RSU. Nessuna notizia sulla promessa del sindaco sui 700 mila euro a compensazione per la chiusura delle discariche pubbliche regionali.

Siamo disgustati nel vedere che un cittadino viene querelato per aver sollevato questioni oggettive alle quali non si risponde nel merito, ma alle quali si accampano scuse arzigogolate senza ne capo ne coda.

Siamo stufi di vedere questa nostra città in balia del pressapochismo di chi ci amministra, troppo preso a spartirsi quel poco che ancora rimane, scaricando i debiti di bilancio ed elettorali sulle future generazioni.

Ci siamo e ci saremo statene certi, di questi e di altri temi ci occuperemo presto!

Noi vogliamo sentirci orgogliosi di chiamarci acresi, passi anche acritani, ma non vogliamo di certo essere definiti Acretini!

Firmato: Libera Associazione Cittadini Acresi.

Il Lupo perde il pelo, ma non il vizio… di creare confusione!

Alla fine Pinocchio c’è l’ha fatta: sembra che abbia trovato il coraggio di presentare un ricorso al TAR per impugnare il decreto commissariale. Non da solo però, ha dovuto aspettare che il sindaco di San Giovanni in Fiore, Belcastro, per comodità B., decida anche lui a favore del ricorso contro il DCA30 2016. Noi avevamo già chiesto a Pinocchio ed alla sua giunta di presentarlo contro il DCA n.9 del 2015, dopo la manifestazione del 29 aprile 2015, di cui è appena passato l’anniversario. Ricorso, poi, presentato in autonomia dal Co.M.O.Cal., di cui la L.A.C.A. fa parte. Questo perché i sindaci dei comuni montani avevano abbassato le orecchie davanti allo strapotere di Scura, ed al quale hanno lasciato campo libero. La coppia Pinocchio – B., nei mesi scorsi non è stata capace di presentare un piano credibile al commissario, fregandosene delle associazioni sul territorio e dei sindacati ospedalieri. Come L.A.C.A. abbiamo chiesto di partecipare agli incontri, sia con Scura sia con Oliverio, portando una nostra proposta (ospedale di zona disagiata o spoke di zona montana con San Giovanni in Fiore), alla quale non abbiamo avuto mai risposta. Nell’assenza di Oliverio, succube del Governo, e quando ormai i nostri “paladini” non sapevano più che pesci pigliare, sono arrivati anche i capitani coraggiosi dell’opposizione (PD) a dare manforte.

Dopo la pubblicazione del decreto n.30, Tenuta si dichiarava “moderatamente soddisfatto”, salvo poi rimangiarsi le parole nello stesso consiglio comunale. Allora comincia il balletto di incontri in ospedale e in comune, nei quali gli viene spiegato in maniera decisa, che quello che ha ottenuto è solo la certificazione di un ospedale destinato al ridimensionamento, se non alla soppressione, ovvero che Scura ha giocato con loro “come il gatto col topo”. Allora Tenuta e B., accorgendosi che la situazione è sfuggita loro di mano (non che fossero mai stati in partita!), provano a correre ai ripari, come dire “una volta che i buoi sono scappati, si chiude la stalla!”. Ecco allora la furbata: a distanza di oltre un mese dalle lodi al decreto, presentano  ricorso, VIVA LA COERENZA! L’opposizione PD invece afferma: “ma aveva preso accordi così!”, “aveva preso accordi cosà!”, “Ci sono i verbali!”, ma quali verbali? La verità è che senza un piano credibile per il rilancio dell’ospedale di Acri, e senza reali  sponsor politici, era ovvio che Scura scegliesse la strada più comoda per lui, ovvero quella segnata già un anno fa.

Oramai il fallimento di questa amministrazione comunale è certificato finanche dal vice sindaco che afferma candidamente che il governo della Città è “in mano ai ragazzini”, ai responsabili di settore, al segretario comunale, e noi aggiungiamo anche a qualche semianalfabeta! L’assessore Ferraro, che fa parte da circa 3 anni di questa giunta, ha ufficializzato l’incompetenza cronica e la mediocrità di questa maggioranza e l’inadeguatezza del sindaco Tenuta ad amministrare una città come Acri. Per questo, chiediamo dal profondo del cuore, fateci un favore: EVITATECI ALTRI 2 ANNI DI QUESTO SQUALLORE! Ve lo chiedono i cittadini acresi.

Firmato: Libera Associazione Cittadini Acresi.

Più tasse per tutti!

Ecco che ci risiamo. Ancora una volta i cittadini acresi vengono vessati da tasse e balzelli illegittimi. Non solo per Tributi non dovuti, non solo per disservizi ad ogni livello amministrativo e di gestione, ma anche per errori dovuti alla trasmissione dei dati da parte dell’Ufficio Tributi del Comune di Acri ad Equitalia. Quest’ultima pretende dai cittadini acresi, anche da quelli che hanno già pagato interamente la TARES 2013, il pagamento delle bollette oppure delle sole spese di notifica delle stesse. Molti nostri concittadini sono stati costretti a recarsi presso gli uffici Equitalia, visto che all’ufficio tributi “cadono dalle nuvole”, affrontando un viaggio inutile, per cercare di risolvere il problema, ma gli esattori sono stati inflessibili. A nulla è servita l’esibizione della ricevuta di pagamento di quanto dovuto, l’agenzia di riscossione pretende il pagamento delle spese di invio. All’Ufficio Tributi come al solito non danno risposte, e non sanno o non possono risolvere il problema, che sottolineamo riguarda centinaia di nostri concittadini. Dallo stesso ufficio ci hanno anche risposto in maniera “professionale” che: “i capi sono a conoscenza della questione, ma non abbiamo avuto comunicazioni su cosa fare!”, e poi ci hanno aggiunto “scrivete un bell’articolo su questa cosa!”, eccovi accontentati! Sappiamo per certo che il Sindaco si reca spesso presso gli uffici di Equitalia, ed anche a quelli dell’Agenzia delle Entrate, ma non sappiamo cosa vada a fare. Forse ci va anche per la sua attività di commercialista, noi speriamo non solo per questo! Intanto, sulla questione tace, o per meglio dire il suo portavoce, tace. Il messaggio però è chiaro: “acresi arrangiatevi”, nella vana attesa di una comunicazione ufficiale. Intanto, cittadini di ogni età, pensiamo soprattutto a quelli più anziani, sono costretti, loro malgrado ad affrontare ulteriori spese, con connessa perdita di tempo per l’incapacità di chi ci amministra.

Ci chiediamo, cosa altro dobbiamo fare per far si che i nostri diritti vengano rispettati, e per quanto ancora noi cittadini dovremo subire questo vergognoso trattamento!

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

Il Paese dei Balocchi!

Ecco che alla fine il famigerato decreto è arrivato! Visto da noi cittadini questo è il colpo di grazia per il nostro ospedale. Il DCA 30 prefigura addirittura un ridimensionamento rispetto al DCA 9.

Ci sono voluti alcuni giorni e molte compresse di Maalox per “comprenderlo”, ma soprattutto per poter “digerire” la farsa del consiglio comunale andata in scena il 4 marzo scorso.

Ascoltate le dichiarazioni nell’assise cittadina, possiamo affermare che Pinocchio, che siede sulla poltrona di primo cittadino, è sicuramente in buona compagnia. Maggioranza e opposizione, Amministrazione come ama definirla il Nostro, tutti colpevoli di ignavia e pressapochismo!

La sceneggiata inizia con Pinocchio che si dichiara “moderatamente soddisfatto” del Decreto di Scura, bisogna comprenderlo, sono fatti della “stessa pasta” col commissario.

Ecco che allora arrivano i capitani di ventura che si scagliano contro Scura, reo di aver “tradito i patti”. Quali patti? Quelli “firmati” nelle segrete stanze o quelli chiesti a gran voce dalla popolazione stanca di vessazioni.

Pinocchio, vista la mala parata, allora, cambia strategia. Ecco che il decreto non è più soddisfacente ma “può essere migliorato”. Ma come? Abbiamo aspettato un anno per averlo, e adesso deve essere modificato? Altra presa in giro!

Chi ha ascoltato il dibattito, che chiamarlo tale è un’offesa all’intelligenza collettiva, ha perfettamente chiaro il concetto di ventilatore. Infatti, un ventilatore è un modo più efficiente per muovere l’aria, che non aprire bocca e darle fiato, per chi vuol prendere in giro i cittadini!

Chi si è recato all’ospedale di Acri, suo malgrado, si è dovuto rendere conto che per i casi di media o grave entità, come la febbre alta di un bambino, un principio di infarto, un trauma cranico, una frattura, una emorragia interna, non possono essere gestiti ad Acri, poiché le condizioni del P.S. unito al protocollo sull’emergenza-urgenza, impone che il paziente sia “stabilizzato”, e sia trasferito in altri ospedali, come quello  di Rossano, Castrovillari, o Cosenza, come dire “Che Dio ce la mandi buona!”.

Acri doveva dipendere da Cosenza, un ospedale HUB, come mai non è stato così? La decisione sarà mica legata alla subentrata incompatibilità di Pinocchio con la carica di Sindaco e di revisore dei Conti all’A.O. di Cosenza? Meglio Rossano allora, ad oltre 50 minuti di distanza (SS106 permettendo!).

Cosa dice poi Pinocchio: “Dobbiamo coinvolgere la popolazione e scendere in piazza!”. Scendere in piazza? Ma se nell’unica manifestazione organizzata in favore dell’ospedale non voleva nemmeno partecipare, ma poi è si unito di nascosto insieme ai suoi accoliti, come un comune cittadino, volendosi prendere anche il merito di averla organizzata lui questa manifestazione (vedi Lino Polimeni, articolo 21)!

Pinocchio, ci ha chiamati mentitori, come dire “’O Voiu chiema curnutu allu ciucciu!”, e ci ha accostato ad un partito politico, solo per far confusione. E’ bravo in questo. Come sono bravi i suoi soci. Attaccano i cittadini sul personale, e sviano l’attenzione dalle problematiche reali, quando non possono, e soprattutto non vogliono, rispondere nel merito delle questioni e nei fatti. Pinocchio ci ha anche chiamato, in diverse sedute consiliari e diversi comunicati stampa, tutti filmati e documentati: “evasori”, “opportunisti”, “trombati della politica”, “pseudoassociazione”, “confusionari”, “fomentatori alla disobbedienza fiscale”, “fantomatici”, “disinformati”, “irresponsabili”, “falsi”, ecc.. Cosa abbiamo fatto di male per avere questo trattamento? Abbiamo solo espresso critiche legittime, da cittadini insoddisfatti e delusi da anni di mal governo. Ma se le  critiche sono legittime, le offese no! Noi non accetteremo più offese da parte di chicchessia, men che meno da chi ricopre incarichi istituzionali.

Forse dovevamo subire supinamente senza protestare. Pinocchio e soci, dimenticano, però, di essere nostri dipendenti, pagati con le nostre tasse, ed ai cittadini, datori di lavoro, devono necessariamente rendere conto!

Noi, forse ingenuamente, avevamo maturato una proposta per il rilancio del nostro nosocomio. Essa può anche essere considerata ambiziosa, incompleta, o generica dal punto di vista tecnico, forse utopica, ma nessuno può affermare che non sia stata redatta e presentata ai destinatari, senza essere in malafede!

Noi non siamo tecnici, siamo semplici cittadini, e nella nostra ingenuità, volevamo solo dare un contributo alla risoluzione positiva della questione ospedale.

Nonostante le richieste di incontro inviate a Scura ed ad Oliverio, non abbiamo mai avuto risposta. Non siamo stati mai invitati agli incontri in Regione, e nemmeno all’ASP di Cosenza. Non siamo stati nemmeno invitati nell’ultimo incontro del 17 febbraio in comune, dove erano presenti molte associazioni del territorio, partiti, e sindacati, ma non l’associazione che ha organizzato una manifestazione con oltre 5000 acresi arrabbiati per le sorti del nostro ospedale, per la viabilità negata, per la crisi che attanaglia le famiglie, e per l’emorragia di giovani.

Per noi, l’ospedale di Acri, come anche gli altri ospedali di montagna, diventerà un parcheggio per anziani. Per i servizi ci saranno i privati, perché affidarsi al pubblico? Negli osannati Hub diventa una roulette russa con tempi biblici. Una risonanza non si fa prima dei tre mesi. Una visita neurologica non prima di settembre. Mentre per un ecogardiogramma in alcuni casi ci vuole il 2017. Le zone montane avranno il day surgery, ma quando sarà istituito nessuno lo sa, lo prevedeva da aprile scorso il vecchio decreto n. 9 e in nessuno dei quattro ospedali di montagna è mai partito, ed è passato quasi un anno, dicasi lo stesso per la Lungodegenza. Si torna ai livelli assistenziali degli anni 60 e le strade sono pressoché uguali.

Leggiamo di decine di sindaci, che sulla costa tirrenica, raccolgono firme per chiedere la cacciata di Scura, Primari di ospedali come Vibo che si dimettono in massa, Popolazioni di zone montane come Soveria Mannelli, Serra San Bruno e S. Giovanni in Fiore sul “piede di guerra”, e ad Acri? “Siamo moderatamente soddisfatti!”.

Ci chiediamo quante altre prove vogliono i nostri concittadini per dimostrare che gli interessi di questi politicanti, locali e non, sono molto differenti da quelli reali della popolazione. I cittadini devono indignarsi e sentirsi traditi da tutte le promesse mancate, e pretendere la loro cacciata per manifesta incompetenza!

Siamo stufi di essere presi per i fondelli!

Firmato: Libera Associazione Cittadini Acresi

Niente alibi

Adesso non ci sono più alibi!

Da diversi mesi aspettiamo la pubblicazione del decreto per il riordino della sanità calabrese, e di conoscere il destino del P.O. di Acri, ma come sospettavamo nulla è stato fatto, e con ogni probabilità non lo sarà prima di aprile, ad un anno esatto dal famigerato decreto n.9. Cosa ci dobbiamo aspettare? Noi un idea di come vogliamo e dovrebbe essere, ce l’abbiamo. E’ di qualche giorno fa la pubblicazione sul sito del ministero della Salute, delle disposizioni riguardante le strutture della rete per l’emergenza ospedaliera sul territorio nazionale. Nell’elenco l’ospedale di Acri è definito DEA1. I DEA sono i Dipartimenti di Emergenza e Accettazione, Acri è di Primo Livello, come gli altri ospedali montani di Serra San Bruno e San Giovanni in Fiore, ma non Soveria Mannelli (semplice Pronto Soccorso). Questo significa che l’ospedale di Acri dovrà essere dotato di un Pronto Soccorso, che oltre le normali prestazioni di PS, dovrà garantire anche le funzioni di osservazione e breve degenza, di rianimazione (attraverso spazi appositi, noti come sala rossa) e dovrà inoltre garantire interventi diagnostico-terapeutici di medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia con UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologica). Sono inoltre assicurate prestazioni di laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche, di diagnostica per immagini, e trasfusionali. Tutto questo h24! Questo comporterà che tutto l’ospedale dovrà supportare l’attività di Emergenza e Accettazione, e che quindi dovranno essere garantiti eventualmente gli interventi di urgenza con tutto ciò che ne consegue. Significa quindi che non ci saranno solo interventi in Day Surgery (programmati) ma anche interventi in urgenza con ricovero e assistenza in reparto. Inoltre, bisogna tener conto anche del D. Lgs n.70 del 2015, del Ministero della Salute, che definisce il Regolamento degli Standard Qualitativi, Strutturali, Tecnologici e Quantitativi, per gli ospedali, gli ospedali di zona disagiata come è quello di Acri.

Come LACA, nonostante aver organizzato una manifestazione popolare con piazza migliaia di nostri concittadini, a difesa dell’ospedale, siamo stati ignorati dalla politica locale, e non siamo stati coinvolti negli incontri ufficiali con il commissario Scura. Nonostante la reticenza della politica, in questi mesi, non siamo stati a guardare. Abbiamo chiesto autonomamente, più volte di essere ricevuti dal commissario Scura, per esporre la nostra proposta di rilancio dell’ospedale di Acri, redatta con l’aiuto del personale che vi lavora e opera, e che conosce in modo approfondito le problematiche e i punti nevralgici sui quali intervenire per il suo rilancio. Essa è stata recapitata sia al commissario Scura, nonché al presidente Oliverio affinché fosse valutata. In essa chiediamo appunto il rispetto degli standard minimi di assistenza, i L.E.A., la gestione in sicurezza dell’emergenza-urgenza, e la giusta considerazione per l’ospedale di zona disagiata come è Acri.

In definitiva, le linee guida del ministero ci sono, la normativa pure, la disponibilità di Scura sembra anche che ci sia, adesso non ci sono più alibi affinché l’ospedale di Acri e tutti i cittadini riacquistino la dignità che meritano!

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

Invito incontro Francesco Maria Greco

Incontro con la cittadinanza. Beatificazione monsignor F.M. Greco

Salve, invitiamo tutti i titolari di attività commerciali (negozianti, baristi, ristoratori e albergatori), e tutti i cittadini acresi che vogliono portare idee propositive, alla riunione che si terrà lunedì 15 febbraio dalle 15.30 alle 16.30 presso il convento delle suore a San Francesco per organizzare al meglio l’accoglienza dei pellegrini in occasione della beatificazione di monsignor Francesco Maria Greco nei giorni 21 e 22 maggio. Vista l’importanza di questo evento per la nostra Città, chiediamo la collaborazione di tutta la cittadinanza per la riuscita della manifestazione. Invitiamo tutti a diffondere quanto più possibile questo invito. Grazie a tutti.

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

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