Sito della Libera Associzione Cittadini Acresi

Categoria: Comune

Direttore, questo sconosciuto

A seguito dei fatti inerenti i rifiuti presenti nel nostro presidio ospedaliero, la Direzione Sanitaria dello stesso ha ritenuto, tramite proprio comunicato stampa, fare delle rettifiche doverose sull’accadimento, tirando in ballo sigle e movimenti, dove, secondo questa visione, “si nascondono signori in cerca di visibilità e che non hanno a cuore le sorti del nostro nosocomio”.

Ricordiamo all’autore dell’articolo, il quale ben sa che il movimento e la sigla che ha sollecitato la rimozione della spazzatura nel recinto dell’ospedale è la LACA, tanto valeva citarla direttamente. La Libera Associazione Cittadini Acresi agisce su impulso dei cittadini, che stanchi di disservizi, soprusi e cattiva gestione amministrativa, denunciano attraverso l’associazione. La LACA, verifica e mette in atto procedure, prima di mediazione con gli organismi responsabili e poi di denuncia in caso di non ascolto di da parte di questi. Non cerchiamo visibilità, facciamo le cose perché abbiamo a cuore il nostro territorio.La LACA per sua tradizione si mette sempre a disposizione dei cittadini e delle istituzioni, proponendo collaborazione e supporto. Abbiamo chiesto collaborazione alle autorità sanitarie aziendali e comunali, ma abbiamo trovato, tranne che in alcuni casi, un muro di gomma. Abbiamo proposto piani di rilancio dell’ospedale, ma siamo stati ridicolizzati. Pertanto non ci si venga a dire che non teniamo a cuore le sorti della nostra struttura sanitaria.

Non nutriamo odio politico verso nessuno, perché non siamo una struttura politica, ma questo non può essere capito da chi è abituato a vivere di odio politico e rappresaglia, cercando di “guardarsi le spalle” per non essere pugnalato. Ci viene in mente la frase di Pietro Metastasio, poeta e drammaturgo del XVIII secolo:“Ciascun dal proprio cuor l’altrui misura”, a significare la tendenza di chi giudica gli altri secondo il proprio modo di agire.

Ma veniamo ai fatti. E’ indubbio che esistevano cumuli di spazzatura accatastati nel recinto dell’ospedale, miracolosamente rimossi il giorno dopo, appena andato in onda il servizio del TGR Calabria del 12 gennaio scorso. Cumuli di spazzatura portata in giro dal vento dai siti di stoccaggio, giacente da settimane nel recinto dell’ospedale. Il materiale proveniente dal reparto Covid, pur se stoccato in appositi contenitori di cartone, con tanto di data e sito di provenienza e con la dicitura rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo, fuori dai tanto decantati siti di stoccaggio ed alla mercé di chiunque, ed esposto alle intemperie. Il sito di stoccaggio dei rifiuti è oggetto di videosorveglianza, quindi è relativamente semplice controllare chi dall’esterno accede all’area.

A questo punto, alcune domande sono d’obbligo. Esiste o non esiste una ditta che si occupa della pulizia e cura del cortile dell’ospedale? Se sì, chi controlla che questa esegua periodicamente il proprio lavoro? E’ stato detto che c’era un mobile e delle ossa di maiale, portati da gente fuori dall’ospedale, nulla in confronto con i cumuli di spazzatura accatastati, sono state presentate denunce agli organi competenti? Chi controlla le telecamere di sorveglianza dell’area?. Come può del materiale proveniente dal laboratorio analisi essere depositato a terra nei pressi dei garage dei mezzi dell’ospedale e del 118?. Il direttore sanitario o chi per lui la mattina fa un giro di ispezione oppure no. Se sì, come mai non nota tale abuso?

Cosa controlla la direzione sanitaria? “Direttore” dove sei? Ma soprattutto chi sei? Dott. Carino, Dott. Cozzolino, o chi per loro? In 2 anni alla guida della struttura ospedaliera, quali sono state le migliorie apportate al nostro nosocomio?

Alla luce di tutto ciò, e di quello che i cittadini hanno potuto vedere, definiamo grottesche, se non patetiche le precisazioni fatte dalla Direzione Sanitaria, volendo coprire la totale assenza di controllo della stessa, della sicurezza e del decoro esterno della struttura, della quale è responsabile!!

La LACA al contrario, ha dimostrato di tenere a cuore la salute ed il decoro della città, di noi cittadini, e degli operatori sanitari. Noi abbiamo solo agito su segnalazione di cittadini stanchi di vedere tali obbrobri.

La politica locale, poi, è latitante, maggioranza ed opposizione indistintamente. E’ possibile che la gente debba rivolgersi a noi per vedere tutelati i propri diritti e non ai propri rappresentati eletti con i voti del popolo? Questo denota un sempre maggiore scostamento tra la cittadinanza e chi amministra. Vi diciamo e vi esortiamo dimettervi, tanto sicuramente non sentiremo la vostra mancanza. Non abbiamo nemmeno un assessore alla sanità, oppure ne esiste uno “ombra” che non sappiamo chi sia e con il quale non è possibile dialogare proficuamente.

Ora veniamo ai risultati che, nella visione distorta della Direzione Sanitaria, ci vengono raccontati circa ai servizi ottenuti nel nostro ospedale per suo merito.

La situazione attuale è la seguente: un reparto di chirurgia chiuso per fare spazio ad un “Albergo Covid”, 10 posti di chirurgia (day surgery) accreditati barattati e messi in attesa di una riapertura che forse non ci sarà mai.

Il reparto di Lungodegenza tanto declamato e mai aperto, in quanto gli spazi sono stati occupati dagli ambulatori ed uffici della Saub, che crea commistione con l’ambiente ospedaliero.

La risonanza magnetica ferma da luglio scorso, benchè attiva manca un medico responsabile.

La sala per effettuare la terapia oncologica, di cui avevamo chiesto l’apertura, e della quale se ne sarebbero giovati molti malati oncologici, costretti a intraprendere lunghi e massacranti viaggi, non ha visto mai la luce, in compenso è stato chiuso l’ambulatorio di oncologia a maggio 2020, che pur funzionava egregiamente.

 Del primario di medicina non si sa nulla.

Delle 3 postazioni OBI (Osservazione Breve Intensiva) di Pronto soccorso, si sono perse le tracce. Gli altri 4 posti di dialisi promessi, nulla.

Il Turnover del personale andato in pensione, mai sostituito.

Ecco questi sono i fatti di cui va fiero chi ha redatto l’articolo, a volte e meglio tacere e fare la figura dello stupido che aprire bocca e confermare di esserlo.

Uno, nessuno e centomila… incarichi!

Nonostante il periodo che stiamo vivendo alquanto infausto, siamo felici di sapere che il Nostro, conosciuto come “l’uomo dai mille volti” ed anche “Il Mastrapasqua de noantri”, abbia inanellato un’altra carica da aggiungere al proprio palmarès. Lungamente ricercata ecco che arriva anche quella di “direttore sanitario”. Poco importa se esiste già uno. Infatti, non bastavano quelle di consigliere, presidente, membro di un ordine, formatore, assessore ombra, dottore, responsabile (?), era assolutamente necessario imprimere il suo marchio e la sua volontà, necessaria per il rilancio della sanità acrese. Ci vogliamo complimentare per questo ennesimo risultato. Ci auguriamo che non si fermi qui. In un epoca in cui vige il presenzialismo cronico, una persona che con umiltà ha lavorato in maniera trasparente per la collettività, senza clamore, che non ama apparire, merita di arrivare alle più alte cariche nazionali, finanche ministro della Salute!

Ad maiora!

Acqua santa, acqua benedetta…

Viene da dire agli acresi aprendo il rubinetto,vedendolo tristemente inerme! Poi, ognuno a modo proprio aggiunge altre “osservazioni” personali, ma queste è meglio non riferirle!

Chi ora ha qualche capello bianco ricorderà sicuramente la conquista, qualche decennio orsono, di avere l’acqua corrente nelle case, oggi, nell’anno 2020, sono ancora molti i cittadini devono fare i conti con la mancanza del prezioso liquido, nonostante i progressi e i sacrifici compiuti da chi ci ha preceduto: una vera e propria involuzione.

Molti cittadini sono stati costretti ad installare, a proprie spese, delle cisterne per avere un po’ d’acqua, non da bere ovviamente, ma solo per uso quotidiano.

Cambiano le amministrazioni, ma quello che non cambia sono i disservizi legati all’erogazione dell’acqua, anzi sono peggiorate con il passare degli anni. Per contraltare riscontriamo un aumento regolare delle tariffe, come si può facilmente evincere consultando le delibere di consiglio comunale.

Interrogato su un tale fenomeno, il sindaco Capalbo,non trova meglio che spiegarlo con “motivazioni” di carattere normativo. Il Primo Cittadino dimentica forse che non siamo in tribunale, questa è la realtà, è la vita delle persone. Dal rubinetto non esce nulla. Al posto di acqua pulita e potabile, solo aria!.

Che fine ha fatto il tanto declamato finanziamento di oltre 2 milioni di euro per il rifacimento della rete idrica, che ogni tanto il Sindaco tira magicamente fuori, del quale non è stato speso un solo centesimo di cui se n’è perso traccia? Non sappiamo se e come verrà speso, visto che da una stima di massima, per rifare l’intera rete idrica cittadina, ci vorrebbe almeno il triplo dell’importo stanziato. Ci auguriamo che non si faccia come i soldi per l’asfalto, posato in alcune zone, mentre in altre ancora i cittadini ancora aspettano, cercando di evitare le buche!

Intanto,ancoranon esiste una mappatura accurata della rete idrica, né unagestione corretta dei pozzi, pagati e scavati con fondi comunali. Parrebbe, anche che alcuni di questi pozzi non siano più nella disponibilità del Comune, perché requisiti abusivamente da privati.

Eppure, oltre 4 anni fa, l’attuale Sindaco aveva abbracciato la causa dei cittadini esasperati dai continui disservizi,ma sembra che,una volta oltrepassata la soglia di palazzo Gencarelli, i buoni propositi si siano dissolti nel volgere di un rimpasto di giunta e l’altro.

Allora ci chiediamo: qual è lo scopo di una amministrazione, quello di migliorare le condizioni di vivibilità di un territorio oppure di gestire l’ordinaria amministrazione? Nel secondo caso, farebbe sicuramente meglio un commissario prefettizio.

In considerazione del fatto che non usufruiamopienamente del servizio idrico,tanto varrebbe non pagare le bollette che ci vengono recapitate di anno in anno, per il disservizio accertato. La LACA possiede una corposa documentazione sul tema, che mettiamo volentieri a disposizione di chiunquevoglia il pieno rispetto delle clausole contrattuali.

Tempo addietro avevamo chiesto all’assessore al ramo, avv. Abbruzzese (da notare un avvocato con delega al Bilancio!), di motivare la quota fissadi €26 posta su ogni contatore (importo fisso da 4 anni a questa parte), ma mai richiesta fu tanto vana.Come vengono impiegati i soldi per la manutenzione? Domande che restano senza spiegazione, come rimangonosenza spiegazione gli aumenti delle tariffe del servizio idrico,costanti di anno in anno.

Altra nota dolente è da ascrivere alla Sorical, il“carrozzone regionale”, ora in liquidazione, che non eroga pienamente il servizio richiesto ai cittadini,tanto nel periodo estivo quantoin quello invernale, con le motivazioni più disparate. Ci risulta che gli uffici competenti trasmettono i corrispettivi alla Sorical, anche in presenza di disservizi imputabili alla stessa società.

Il sindaco Capalbo dovrebbe alzare la voce verso i responsabili regionali, ancor più in considerazione del fatto che lo stesso fa parte della altrettanto triste Autorità Idrica della Calabria (AIC), mai decollata. Il Sindaco, deve difendere gli interessi degli acresi, invece di attaccarli solo perché protestano per la mancanza d’acqua dalle loro case, un disservizio che va avanti ormai da diversi anni e che in questi tre anni e mezzo di amministrazione è peggiorato. VERGOGNA! DIMETTETEVI!.

A munnizza, benimia!

La gestione del ciclo dei rifiuti è sempre stato un rebus per le amministrazioni pubbliche. In primis la Regione,che dopo la riforma del Titolo V della Costituzione (2001),alla quale spetta l’organizzazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, che ormai agisce da oltre 30 anni in situazione emergenziale senza una chiara strategia e con un piano rifiuti che è risultato assolutamente fallimentare: vedi la creazione dell’ATO, degli ARO e l’individuazione dei siti per la realizzazione dei cosiddetti ecodistretti.Con la rimodulazione delle tariffe da parte della regione, a dicembre 2019 (giunta Oliverio), i comuni virtuosi come Acri, hanno subito una vera è propria stangata. In secondo luogo i comuni, che comunque possono con una certa autonomia organizzare. Abbiamo poi, discariche pubbliche quasi tutte chiuse e con discariche gestite da privati, senza nessuna trasparenza, che fanno spesso il bello ed il cattivo tempo. In tutto questo si inserisce la criminalità organizzata. E’ indubbio il fatto che il business della spazzatura, come anche lo smaltimento illegale di rifiuti pericolosi (vedi terra dei fuochi), è oro per le eco mafie: si vedano anche i roghi di origine dolosa scoppiati a distanza di poco tempo presso impianti per il trattamento dei rifiuti. Ma qual è la situazione nella nostra città?Ad Acri la RD è partita nel febbraio 2015, dopo che l’azienda E-log ha vinto l’appalto (unica partecipante tra l’altro), arrivando a regime nel maggio dello stesso anno. La maggioranza degli acresi ha dimostrato maturità, rispondendo bene, a questo servizio, segno che se i cittadini vengono messi nelle giuste condizioni le cose funzionano. Già allora però, avevamo sollevato delle perplessità alla giunta Tenuta, soprattutto riguardo al numero di utenze (domestiche e non domestiche) che non corrispondevano alla realtà, e che provocava un aumento della tariffa per lo smaltimento illegittima: il tempo ci ha dato ragione. Da capitolato d’appalto, la E-log doveva raggiungere il 50% di raccolta differenziata dopo sei mesi ed il 65% dopo un anno dall’avvio del servizio. Percentuali che riesce quasi a toccare, ed alla quale non vengono chieste le penali per il mancato raggiungimento degli obiettivi, pari all’1% dell’importo di aggiudicazione per ogni unità percentuale inferiore al 65%, ma facciamo finta di sorvolare. Dopo 3 anni, tra altri e bassi, con una gestione non proprio trasparente del servizio, con la percentuale di RD che si attesta sempre (casualmente?) intorno al 65%, l’azienda riceve un interdittiva(poi successivamente ritirata) nel gennaio 2019, con conseguente revoca ed affido diretto ad un’altra ditta, la Ecoross. Veniamo ai giorni nostri. La stessa Ecorosssi è aggiudicata nel frattempo il nuovo bando (dicembre 2019).

Ci poniamo allora alcune domande purtroppo rimangono ancora senza risposta:

Come mai il calendariodella raccolta differenziata è ormai un lontano ricordo? Le spiegazioni alla “supercazzolaprematurata” dell’assessore all’ambiente Franca Sposato, non convincono noi cittadini alle prese con il controllare giornalmente le comunicazione dell’ufficio comunale preposto e a tenersi la “munnizza” a casa anche per 10 giorni di fila. Ciò potrebbe configurarsi come interruzione del servizio, come da art. 35 regolamento comunale I.U.C..

Altra domanda che sorge spontanea: come mai nei giorni festivi i rifiuti non vengono raccolti? Forse perché la ditta affidataria utilizza meno personale di quanto necessario oppure perché non vuole pagare gli straordinari per i festivi? Alla luce della normativa sulla sicurezza, gli operatori lavorano in condizioni ottimali? Sono previsti 2 operatori per ogni mezzo?

Ed ancora: come mai le percentuali di RD si attestano intorno al 65% da 5 anni a questa parte? Si sa che per avere un risparmio per le tasche dei cittadini la percentuale di indifferenziato dovrebbe essere ridotto al minimo, come anche la parte umida (organico), che paghiamo profumatamente. In 3 anni e mezzo di amministrazione Capalbo, non è stato fatto nulla per ridurre le tariffe, che invece aumentano in media di quasi il 20%. La bravura di una amministrazione si vede da questo, altrimenti tiriamo solo a campare.Continuiamo: quali controlli esercita il Comune sulla ditta appaltante per il rispetto delle norme? Da bando di gara sono previste conferenze con la popolazione, campagne di informazione, monitoraggio del servizio, pubblicazione costante dei risultati.

Perché è stato concesso l’utilizzo della Sale delle Colonne di palazzo Sanseverino-Falcone, spazio pubblico in un immobile storico e di pregio, vietato per altri eventi, alla Ecoross a mò di magazzino, anche se provvisorio? Non è forse la ditta appaltatrice a dover provvedere, in autonomia, a reperire gli spazi. Su questo gli assessori al ramo (il duo Bonacci-Sposato) sembrano in bambola, come un po’ tutto l’amministrazione comunale. Come al solito i cittadini pagano le conseguenze di tanta improvvisazione.

Perché è stata liquidata un’anticipazione di spesa a “Calabria Maceri e Servizi SpA”, con determina n. 106 del 25/09/2020, del responsabile del settore, ing. Notte, la cifra di €306.811,04 come imposto dalla delibera di giunta n. 75 del 19/08/2020 che ratifica la convenzione tra comune di Acri e Calabria Maceri? Chi controlla che le tonnellate conferite presso l’impianto corrisponda davvero a quello attestato dall’impianto di riciclaggio? Non sarebbe forse meglio attrezzarsi per pesare i camion ad Acri per avere poi un riscontro sulle reali entità del servizio?

Ci è stato infine segnalato, che il deposito dei mezzi della Ecoross ha subito 2 incendi negli ultimi 4 mesi, chiediamo alle autorità se è vera questa circostanza.Non vogliamo dilungarci oltre con altre domande che con ogni probabilità rimarrebbero senza risposta, vogliamo solamente dire che siamo ormai stufi di avere a che fare con tanta incompetenza e mancanza di trasparenza!

PS: L’Organismo Straordinario di Liquidazione vorrebbe cercare di incassare i tributi fino al 2016, sarà un autunno caldo…

Link ISPRA

Caro Estinto dove ti colloco? La gestione emergenziale dei cimiteri acresi.

La LACA come ormai è risaputo è al servizio della cittadinanza, la quale raccoglie le sue istanze e della quale si fa portavoce delle varie criticità che la nostra comunità deve affrontare quotidianamente. Criticità e problemi che a volte si trascinano da anni senza che nessuna amministrazione vi ponga rimedio. Durante questi mesi interessati dal blocco dovuto all’emergenza Coronavirus, e durante l’estate, siamo stati in attesa, ma non siamo stati mai con le mani in mano.

In questo periodo, infatti, abbiamo raccolto la voce dei nostri concittadini che ci hanno sottoposto innumerevoli lamentele, riguardo gli ambiti più disparati. Nel contempo abbiamo cercato di sollecitare l’attuale Amministrazione comunale, cercando di collaborare fattivamente con essa esponendo problemi e proponendo in diversi casi soluzioni percorribili. Purtroppo, ci duole ammettere che l’Amministrazione comunale si è dimostrata cieca e sorda ad ogni richiesta. Il mese di settembre si avvia alla fine, e la mala gestione della cosa pubblica sta venendo fuori in tutta la sua recrudescenza. Sarà forse che gran parte della gestione politica-amministrativa è demandata quasi totalmente ad un unico, solerte ed onnisciente amministratore, che spazia dal campo artistico culturale a quello dei lavori pubblici, allora per forza di cose qualcosa si tralascia.

Partiamo da oggi con questo comunicato, il primo di una lunga serie, mettendo all’attenzione dell’Amministrazione e dei nostri concittadini, che non ne sono al corrente, una serie di problematiche che si verificano puntualmente nei nostri cimiteri.

Il primo aspetto che ci preme sottolineare è sicuramente l’endemica carenza di posti per i nostri cari defunti, che ciclicamente si presenta e che viene affrontata dall’Amministrazione sempre in modo emergenziale. Tale modus operandi sinceramente non lo capiamo. Come non capiamo perché si obblighi i cittadini ad usufruire di un servizio (elettrico) al quale, come tutti i servizi, si aderisce in modo libero e volontario.

Com’è facilmente verificabile, apprendiamo da una serie di delibere del responsabile del settore Lavori pubblici del comune di Acri, che la somma stanziata per i cimiteri presenti sul territorio è di euro 585.839,61 (cinquecento ottantacinque mila ottocento trentanove mila euro), di tale somma ne è stata appaltata, fino ad oggi, circa 63.022 euro poco più di un decimo. Di questi 22.347 euro per il cimitero di San Giacomo e La Mucone, ed il restante, euro 40.675 per quello di Acri, per il quale con questa somma, sono stati realizzati 32 loculi, con un costo unitario per la collettività a loculo di euro 1.271, coperti solo in parte dal prezzo di vendita per singolo loculo richiesto di euro 1.200.

Alla luce di ciò non si capisce come mai l’Amministrazione debba affrontare il problema della carenza dei posti nei cimiteri in modo emergenziale pur avendo una disponibilità economica, di oltre 500 mila euro. Perché non si gestisce il problema in modo preventivo, sapendo che ai noi, nel territorio di Acri ci lasciano in media ogni anno circa 300 nostri cari concittadini, che hanno contribuito al benessere della nostra città e dell’Italia intera? Per queste ed altre ragioni di ordine morale e per i defunti che meritano una veloce e dignitosa sepoltura vi diciamo vergognatevi!!!!

Altra problematica relativa ai nostri cimiteri è il divieto di installazione di lampade votive autoalimentate da parte di privati cittadini sulle lapidi dei loro defunti. Abbiamo appreso questa notizia con sconcerto ed incredulità, abbiamo approfondito e ci siamo messi alla ricerca di una delibera di Consiglio Comunale che avallasse tale ordine, ma non ne abbiamo trovato, viceversa abbiamo trovato un provvedimento, a firma dell’Ing. Notte, responsabile di settore del Comune, che ordina e vieta l’installazione di quando si è detto. A nostro modo di vedere tale provvedimento è illegittimo perché in violazione all’art. 42 TUEL (testo unico degli enti locali), che sancisce le materie di competenza dei consigli comunali, comprese le concessioni dei servizi pubblici, pertanto una siffatta regola doveva essere espressa dal consiglio comunale e non da un funzionario. Ma ormai ci siamo abituati a questo ribaltamento delle competenze, così come ad esempio adottato per il ponte radio Telecom di Settarie, in cui, lo ricordiamo, un’azienda privata potrà installare un’antenna 5G senza che il Comune si sia opposto prendendo in giro la popolazione con scuse e comportamenti ridicoli. Stiamo valutando con dei cittadini, i quali si vogliono opporre a tale obbrobrio, cioè il non potere mettere un cero o una lampada votiva ai propri defunti, se non passando per la ditta concessionaria del servizio elettrico cimiteriale, di intraprendere un’azione legale, anche in sede penale per un possibile abuso di ufficio.

Cari amministratori vi suggeriamo di dimettervi, ne guadagnerete in dignità e farete un grande bene alla nostra Città.

Il monito del passato come esempio per il futuro.

Abbiamo esposto all’Amministrazione Comunale le ragioni tecniche per le quali non vogliamo un ecodistretto ad Acri, ed alla luce dei fatti, pare siano state prese in considerazione, visto che poco più di due settimane orsono il Sindaco ha cambiato rotta sulla candidatura di Acri ad ospitare l’ecodistretto. Ma, poiché l’iter per la realizzazione delle discariche e dell’ecodistretto della provincia di Cosenza è ancora lontano dall’essere concluso, come cittadini siamo vivamente preoccupati, che nel silenzio di tale azione, questo non venga poi riproposto sotto altre forme o calato magicamente dall’alto. Questa affermazione vuole essere una provocazione, in quanto da troppo tempo siamo abituati a vedere mostri di questo genere essere riproposti con forme e sfaccettature diverse, ma con identica sostanza. Vogliamo spiegarci meglio ripercorrendo una breve cronistoria amministrativa acrese, dal 2000 in poi. La prima giunta Tenuta propone il primo eco “mostro” da far digerire alla popolazione ed a tutto il Territorio Acrese, trattasi della cosiddetta “Isola Ecologica”, un’area che nelle intenzioni doveva servire a raccogliere “ecologicamente”, rifiuti dalla raccolta differenziata, ingombranti e di altra natura, in nome di una cospicua ricaduta in posti di lavoro, senza riuscire a realizzarla. E’ la volta della giunta Coschignano, che, sempre per ragioni ecologiche”, realizza l’Isola Ecologica a 6 Km dal centro cittadino in località Vammana, visto che nell’area industriale Gastia, dove doveva sorgere, esistono dei vincoli idrogeologici e con alto rischio di percolazioni, salvo dimenticarsi di asfaltare la strada di accesso e rendendola praticamente inservibile alla popolazione. E’ la volta dell’amministrazione Trematerra, la quale profila all’orizzonte l’ecologissima centrale a biomassa, un mostro che brucia di tutto, soprattutto i boschi della Sila, il tutto offerto magnanimamente ed ecologicamente (ovviamente) per risollevare la martoriata economia acrese. Arriviamo ai giorni nostri e viene ci chiediamo: chi era favorevole allora lo è anche oggi, perché?Forse siamo noi cittadini ed essere poco illuminati e lungimiranti? Perché ogni amministrazione intravede nel “danneggiare” il territorio un’opportunità di lavoro, a chi può giovare questo? Noi cittadini siamo preoccupati dall’attività che taluni spacciano per progresso. Troppo spesso occasioni di sviluppo si sono rivelate effimere lasciando di contro un territorio irrimediabilmente contaminato: le zone industriali abbandonate della Calabria ne sono testimonianza. Lo sono anche le inchieste legate al traffico di rifiuti ed alla gestione di certi impianti industriali, tutto questo al netto delle problematiche legate alla sicurezza degli impianti stessi. Noi non abbiamo posizioni preconcette a prescindere, ma ci basiamo solo ricerche e dati scientifici, che mettiamo a disposizione di chiunque voglia approfondire il tema del riciclo dei RSU.

Ecodistretto

Come associazione per la difesa dei diritti dei cittadini, stiamo seguendo la vicenda “ecodistretto” documentandoci sotto ogni aspetto, valutandone vantaggi e svantaggi. Per questo, quando, nei giorni antecedenti ferragosto, siamo stati invitati come Direttivo ad incontro, voluto dal Sindaco Capalbo, al quale erano presenti anche il presidente del consiglio, Mario Fusaro ed il vice sindaco Rossella Iaquinta, siamo stati ben felici di partecipare. La discussione lunga e articolata è stata improntata all’insegna dello scambio di dati e punti di vista tra amministrazione e cittadini. Gli amministratori hanno precisato che la candidatura di Acri è solo “informale” e che occorrerebbe una delibera di consiglio ed un referendum cittadino per ratificare ufficialmente il sito acrese. E’ stato illustrato l’iter seguito che ha portato la candidatura di Acri ad ospitare il secondo “ecodistretto” della provincia di Cosenza, per la quale  sono stati forniti  copie della documentazione tecnica ed amministrativa nonché le comunicazioni intercorse con gli enti preposti. I membri della LACA, dal canto loro, hanno illustrato, attraverso i propri tecnici, le criticità connesse ad un siffatto impianto di riciclaggio dei rifiuti, nonché la sua collocazione sul territorio acrese in una zona di per se ad elevato rischio idrogeologico e vicino al centro abitato. Al Sindaco, abbiamo espresso le nostre perplessità alla realizzazione di un impianto di trattamento dei rifiuti sul territorio acrese, osservazioni da lui recepite, tanto da manifestare forti perplessità sul procedere ad una candidatura ufficiale di Acri. Dall’analisi della documentazione tecnica ed amministrativa fornitaci, traspare chiaramente la notizia che un ipotetica candidatura di Acri ad ecodistretto, era già conosciuta da gennaio 2018, anche tramite una relazione a cura dell’ass. Iaquinta letta in consiglio comunale a luglio 2018. Non comprendiamo, pertanto, la sorpresa di molti consiglieri comunali, i quali dovevano portare a conoscenza della popolazione la problematica. Evidentemente risultavano abbastanza distratti di fronte a fatti seri ed importanti che riguardano il nostro martoriato paese, salvo poi indignarsi, facendone una bandiera politica di fatti conosciuti, ma tirati fuori ad arte forse per questioni di visibilità personale. Precisiamo che la LACA era ed è sempre stata sfavorevole a qualsiasi trattamento dei rifiuti sul territorio di Acri, posizione espressamente dichiarata all’incontro con il Sindaco, il quale ha lasciato intendere l’intenzione a non voler più procedere, per motivi tecnici e logistici, ad una candidatura ufficiale di Acri; che ricordiamo è stata solo informale. Auspichiamo perciò, che l’Amministrazione mantenga fede a quanto si è detto nell’incontro, altrimenti nostro malgrado la LACA, come da statuto scenderà in piazza per la difesa del nostro territorio. Siamo consapevoli della problematica relativa alla questione rifiuti, e crediamo che ogni comune o comprensorio debba avere una propria autonomia decisionale in tal senso, nonché dover gestire tutto il ciclo dei rifiuti per la realizzazione dell’economia circolare. Siamo sempre a disposizione per eventuali suggerimenti e per trovare soluzioni di sviluppo.

La malagestione!

Oltre 3 anni fa denunciavamo la scellerata gestione della cosa pubblica da parte della Giunta Tenuta e della sua Amministrazione, oggi torniamo sulla vicenda tributi e sul bando per la raccolta differenziata che ha evidenziato tutta la malafede della passata amministrazione e per confermare che avevamo ragione.

I numeri snocciolati nella relazione dall’assessore Iaquinta, emersi nell’ultimo consiglio comunale ci consegnano questa situazione: ci sono oltre 9300 UTENZE DOMESTICHE (rispetto alle 9100 precedenti)e quasi 1100 UTENZE NON DOMESTICHE (rispetto alle poco più di 300 precedenti). Questo a fronte di una diminuzione continua, negli ultimi 5 anni, sia in termini di abitanti che di attività commerciali.

Le tariffe TARES e TARI calcolate su valori non rispondenti alla realtà, hanno portato, nel corso di questi anni, all’invio di bollette sballate a danno dei cittadini, cosa che diciamo già dal 2014.

All’orizzonte si profila un’altra mazzata, visto che il servizio di raccolta differenziata si appresta ad essere di nuovo esternalizzato, e che nel corso di questi 4 anni è aumentato inspiegabilmente. Sullo stesso pesa la spada di Damocle dei famigerati ATO, che dovranno stabilire le tariffe di conferimento nelle discariche (indifferenziato) e per la frazione umida. Visto che la regione Calabria si è tirata fuori dalla partita lasciando campo libero ai comuni consorziati, che sono il più delle volte allo sbando, ci aspettiamo una vera e propria bastonata in tema di tariffe!

Anche sulla vendita degli mezzi per la raccolta dei rifiuti solidi urbani (tre autocompattatori e un mezzo idraulico per la pulizia delle strade, acquistati nel 2011, attraverso un mutuo con la cassa depositi e prestiti) avevamo ragione. La vicenda è venuta fuori in concomitanza con la recente e improvvida sospensione da parte del sindaco Capalbo, dell’affido alla ditta E-Log, che poteva far ripiombare Acri in una emergenza spazzatura come negli anni 2013 e 2014. Nel 2015 contestammo la vendita di questi automezzi perché affermavamo che “in caso una prossima Amministrazione volesse proseguire la strada della differenziata senza l’ausilio di ditte private, avendo già diversi mezzi a disposizione” oppure “potrebbero ritornare utili come noli a freddo o in caso di emergenza quali scioperi o eventi straordinari”.  Inoltre, essendo dei beni mobili registrati, essi dovevano passare dall’avallo del consiglio comunale, cosa che non è avvenuta.

Il consigliere Cavallotti che oggi come allora siede nei banchi della maggioranza, insieme al dott. Viteritti, si opposero alla vendita degli autocompattatori. Cavallotti ha pubblicamente affermato di avere i verbali di quella vendita, e gli chiediamo di renderli noti per accertare se esistono profili di illegittimità. Valuteremo se presentare un esposto alla Procura della Repubblica e al Prefetto, per accertare le modalità e se ci siano stati degli abusi nella vendita.

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