A seguito dei fatti inerenti i rifiuti presenti nel nostro presidio ospedaliero, la Direzione Sanitaria dello stesso ha ritenuto, tramite proprio comunicato stampa, fare delle rettifiche doverose sull’accadimento, tirando in ballo sigle e movimenti, dove, secondo questa visione, “si nascondono signori in cerca di visibilità e che non hanno a cuore le sorti del nostro nosocomio”.
Ricordiamo all’autore dell’articolo, il quale ben sa che il movimento e la sigla che ha sollecitato la rimozione della spazzatura nel recinto dell’ospedale è la LACA, tanto valeva citarla direttamente. La Libera Associazione Cittadini Acresi agisce su impulso dei cittadini, che stanchi di disservizi, soprusi e cattiva gestione amministrativa, denunciano attraverso l’associazione. La LACA, verifica e mette in atto procedure, prima di mediazione con gli organismi responsabili e poi di denuncia in caso di non ascolto di da parte di questi. Non cerchiamo visibilità, facciamo le cose perché abbiamo a cuore il nostro territorio.La LACA per sua tradizione si mette sempre a disposizione dei cittadini e delle istituzioni, proponendo collaborazione e supporto. Abbiamo chiesto collaborazione alle autorità sanitarie aziendali e comunali, ma abbiamo trovato, tranne che in alcuni casi, un muro di gomma. Abbiamo proposto piani di rilancio dell’ospedale, ma siamo stati ridicolizzati. Pertanto non ci si venga a dire che non teniamo a cuore le sorti della nostra struttura sanitaria.
Non nutriamo odio politico verso nessuno, perché non siamo una struttura politica, ma questo non può essere capito da chi è abituato a vivere di odio politico e rappresaglia, cercando di “guardarsi le spalle” per non essere pugnalato. Ci viene in mente la frase di Pietro Metastasio, poeta e drammaturgo del XVIII secolo:“Ciascun dal proprio cuor l’altrui misura”, a significare la tendenza di chi giudica gli altri secondo il proprio modo di agire.
Ma veniamo ai fatti. E’ indubbio che esistevano cumuli di spazzatura accatastati nel recinto dell’ospedale, miracolosamente rimossi il giorno dopo, appena andato in onda il servizio del TGR Calabria del 12 gennaio scorso. Cumuli di spazzatura portata in giro dal vento dai siti di stoccaggio, giacente da settimane nel recinto dell’ospedale. Il materiale proveniente dal reparto Covid, pur se stoccato in appositi contenitori di cartone, con tanto di data e sito di provenienza e con la dicitura rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo, fuori dai tanto decantati siti di stoccaggio ed alla mercé di chiunque, ed esposto alle intemperie. Il sito di stoccaggio dei rifiuti è oggetto di videosorveglianza, quindi è relativamente semplice controllare chi dall’esterno accede all’area.
A questo punto, alcune domande sono d’obbligo. Esiste o non esiste una ditta che si occupa della pulizia e cura del cortile dell’ospedale? Se sì, chi controlla che questa esegua periodicamente il proprio lavoro? E’ stato detto che c’era un mobile e delle ossa di maiale, portati da gente fuori dall’ospedale, nulla in confronto con i cumuli di spazzatura accatastati, sono state presentate denunce agli organi competenti? Chi controlla le telecamere di sorveglianza dell’area?. Come può del materiale proveniente dal laboratorio analisi essere depositato a terra nei pressi dei garage dei mezzi dell’ospedale e del 118?. Il direttore sanitario o chi per lui la mattina fa un giro di ispezione oppure no. Se sì, come mai non nota tale abuso?
Cosa controlla la direzione sanitaria? “Direttore” dove sei? Ma soprattutto chi sei? Dott. Carino, Dott. Cozzolino, o chi per loro? In 2 anni alla guida della struttura ospedaliera, quali sono state le migliorie apportate al nostro nosocomio?
Alla luce di tutto ciò, e di quello che i cittadini hanno potuto vedere, definiamo grottesche, se non patetiche le precisazioni fatte dalla Direzione Sanitaria, volendo coprire la totale assenza di controllo della stessa, della sicurezza e del decoro esterno della struttura, della quale è responsabile!!
La LACA al contrario, ha dimostrato di tenere a cuore la salute ed il decoro della città, di noi cittadini, e degli operatori sanitari. Noi abbiamo solo agito su segnalazione di cittadini stanchi di vedere tali obbrobri.
La politica locale, poi, è latitante, maggioranza ed opposizione indistintamente. E’ possibile che la gente debba rivolgersi a noi per vedere tutelati i propri diritti e non ai propri rappresentati eletti con i voti del popolo? Questo denota un sempre maggiore scostamento tra la cittadinanza e chi amministra. Vi diciamo e vi esortiamo dimettervi, tanto sicuramente non sentiremo la vostra mancanza. Non abbiamo nemmeno un assessore alla sanità, oppure ne esiste uno “ombra” che non sappiamo chi sia e con il quale non è possibile dialogare proficuamente.
Ora veniamo ai risultati che, nella visione distorta della Direzione Sanitaria, ci vengono raccontati circa ai servizi ottenuti nel nostro ospedale per suo merito.
La situazione attuale è la seguente: un reparto di chirurgia chiuso per fare spazio ad un “Albergo Covid”, 10 posti di chirurgia (day surgery) accreditati barattati e messi in attesa di una riapertura che forse non ci sarà mai.
Il reparto di Lungodegenza tanto declamato e mai aperto, in quanto gli spazi sono stati occupati dagli ambulatori ed uffici della Saub, che crea commistione con l’ambiente ospedaliero.
La risonanza magnetica ferma da luglio scorso, benchè attiva manca un medico responsabile.
La sala per effettuare la terapia oncologica, di cui avevamo chiesto l’apertura, e della quale se ne sarebbero giovati molti malati oncologici, costretti a intraprendere lunghi e massacranti viaggi, non ha visto mai la luce, in compenso è stato chiuso l’ambulatorio di oncologia a maggio 2020, che pur funzionava egregiamente.
Del primario di medicina non si sa nulla.
Delle 3 postazioni OBI (Osservazione Breve Intensiva) di Pronto soccorso, si sono perse le tracce. Gli altri 4 posti di dialisi promessi, nulla.
Il Turnover del personale andato in pensione, mai sostituito.
Ecco questi sono i fatti di cui va fiero chi ha redatto l’articolo, a volte e meglio tacere e fare la figura dello stupido che aprire bocca e confermare di esserlo.