Libera Associazione Cittadini Acresi

Sito della Libera Associzione Cittadini Acresi

Ospedale addio!

Il Direttore Generale dell’ASP di Cosenza, dott. Mauro, ha emanato, con delibera 1397 del 29 agosto 2016, l’attesissimo l’atto aziendale che dovrebbe ridisegnare l’organizzazione sanitaria della provincia di Cosenza, come prescritto dal DCA 30 del 2016.

Insieme a tutte le altre storture contenute in questo documento, possiamo certamente osservare che rispetto al decreto del commissario Scura, per l’ospedale di Acri non vengono implementati ne l’ambulatorio di oncologia, ne la lungodegenza. Il P.O. di Acri dipenderà dallo Spoke Corigliano/Rossano, e implicherà necessariamente un possibile “furto” di personale e di apparecchiature, come già avvenuto durante l’esistenza dello Spoke Acri/Castrovillari. Chi parlava di un potenziamento e non di smantellamento, della struttura ospedaliera ha solo preso in giro i cittadini acresi, che a tutt’oggi si ritrovano un ospedale ulteriormente ridimensionato rispetto a 2 anni fa, in cui avevamo almeno un reparto Chirurgia con i ricoveri ordinari, ed oggi praticamente il nulla!

Assisteremo sicuramente ad un calo di prestazioni in ogni reparto. Quello che fa davvero male è il fatto che l’ospedale viene percepito dalla popolazione, come una struttura che non più far fronte alle emergenze, ma neanche al più semplice intervento. Sarà destinato ad una fine ingloriosa, per quello che un tempo era un centro di eccellenza. Perciò, diciamo addio all’ospedale di Acri!

Ci chiediamo a cosa sono serviti gli incontri del parte del primo cittadino, che dovrebbe rappresentare e difendere la popolazione acrese. Ci chiediamo anche perché alla Conferenza dei Sindaci, nella quale dovrebbero essere recepite le istanze e le esigenze sanitarie di un territorio, perché non ha state portate proposte credibili? Perché non ha chiesto alla popolazione di combattere insieme per la difesa dell’ospedale? Questi sono i risultati che questi politicanti di amministratori hanno ottenuto per la popolazione acrese! Noi cittadini siamo amareggiati per questi sviluppi, che peraltro avevamo ampiamente previsto, soprattutto con la mobilitazione popolare, le denunce e le manifestazioni. L’amministrazione cittadina sorda, insieme al presidente Oliverio, che ad Acri ha preso migliaia di voti, ed al commissario mandato da Roma, tutti colpevoli di non aver recepito le istanze e le proposte dei cittadini, che vedono calpestato il proprio diritto alla Salute!

Ci (Ri)siamo!

Eccoci qui.

Non ci siamo arresi, come qualche “vecchio volpone” avrebbe voluto, ma è difficile tenere sempre alta l’attenzione e combattere con il volontariato e con i pochi mezzi a disposizione, contro il sistema di clientele e favoritismi che vige nel nostro paese. Abbiamo, purtroppo, anche constatato che non è la libertà che manca, quello che mancano sono gli uomini (e donne) liberi!

In questi mesi abbiamo notato un timido risveglio delle coscienze, e di questo crediamo di aver contribuito anche noi. Sono accaduti molti fatti della vita pubblica cittadina che necessitavano di una attenzione speciale, e dei quali alcuni nostri concittadini vicini, ma anche lontani, hanno scritto.

Abbiamo assistito al continuo depauperamento del nostro Ospedale, come di tutta la Sanità pubblica nazionale, presi di mira da chi vuole privatizzare i servizi pubblici, con logiche che avvantaggiano il mero profitto a discapito della salute dei cittadini, ed alle quali dobbiamo opporci. Noi su questo siamo stati sempre ignorati da parte dell’amministrazione, nonostante avessimo da dire la nostra.

Abbiamo assistito all’inaugurazione di un bar di un privato cittadino, con tanto di fascia tricolore, in barba al criterio di “un uso corretto” della stessa riservata a occasioni ufficiali e istituzionali. Fascia che invece mancava, è sempre bene ricordarlo, nella manifestazione a difesa dell’ospedale dell’aprile 2015.

Abbiamo osservato con ribrezzo al taglio sconsiderato di alberi, i quali non hanno avuto, negli anni la cura che meritavano. Gli stessi, pochi mesi prima erano stati “selvaggiamente” capitozzati, il tutto per il semplice profitto, che troppo spesso ha la meglio sul buon senso e sulla buona amministrazione della cosa pubblica.

Abbiamo constatato che non è stata risolta l’ormai cronica carenza d’acqua che assilla tutto il territorio cittadino. Acqua che invece viene usata per annaffiare rotonde, date in concessione a privati, con spazi pubblici “venduti” per nulla, in barba anche al codice della strada.

Abbiamo ricevuto la porta in faccia da parte del sindaco per la concessione del gratuito patrocinio per l’organizzazione di una giornata di promozione culturale acrese, perché poco “graditi”, tipico atteggiamento di chi di arroga il diritto di disporre della cosa pubblica come se fosse propria, dimenticando di essere un nostro dipendente, che presto o tardi dovrà lasciare la poltrona. Patrocinio concesso anche a iniziative con scopo di lucro!

Intanto, le bollette continuano ad arrivare: ultima delle quali l’ICI dell’anno 2011 di cui emesse a tappetto a tutti i cittadini, anche quelli che hanno già pagato! Nessuna risposta hanno avuto tutte le nostre richieste dello scorso anno per la detrazione dell’80% per il disservizio sulla raccolta dei RSU. Nessuna notizia sulla promessa del sindaco sui 700 mila euro a compensazione per la chiusura delle discariche pubbliche regionali.

Siamo disgustati nel vedere che un cittadino viene querelato per aver sollevato questioni oggettive alle quali non si risponde nel merito, ma alle quali si accampano scuse arzigogolate senza ne capo ne coda.

Siamo stufi di vedere questa nostra città in balia del pressapochismo di chi ci amministra, troppo preso a spartirsi quel poco che ancora rimane, scaricando i debiti di bilancio ed elettorali sulle future generazioni.

Ci siamo e ci saremo statene certi, di questi e di altri temi ci occuperemo presto!

Noi vogliamo sentirci orgogliosi di chiamarci acresi, passi anche acritani, ma non vogliamo di certo essere definiti Acretini!

Firmato: Libera Associazione Cittadini Acresi.

Il Lupo perde il pelo, ma non il vizio… di creare confusione!

Alla fine Pinocchio c’è l’ha fatta: sembra che abbia trovato il coraggio di presentare un ricorso al TAR per impugnare il decreto commissariale. Non da solo però, ha dovuto aspettare che il sindaco di San Giovanni in Fiore, Belcastro, per comodità B., decida anche lui a favore del ricorso contro il DCA30 2016. Noi avevamo già chiesto a Pinocchio ed alla sua giunta di presentarlo contro il DCA n.9 del 2015, dopo la manifestazione del 29 aprile 2015, di cui è appena passato l’anniversario. Ricorso, poi, presentato in autonomia dal Co.M.O.Cal., di cui la L.A.C.A. fa parte. Questo perché i sindaci dei comuni montani avevano abbassato le orecchie davanti allo strapotere di Scura, ed al quale hanno lasciato campo libero. La coppia Pinocchio – B., nei mesi scorsi non è stata capace di presentare un piano credibile al commissario, fregandosene delle associazioni sul territorio e dei sindacati ospedalieri. Come L.A.C.A. abbiamo chiesto di partecipare agli incontri, sia con Scura sia con Oliverio, portando una nostra proposta (ospedale di zona disagiata o spoke di zona montana con San Giovanni in Fiore), alla quale non abbiamo avuto mai risposta. Nell’assenza di Oliverio, succube del Governo, e quando ormai i nostri “paladini” non sapevano più che pesci pigliare, sono arrivati anche i capitani coraggiosi dell’opposizione (PD) a dare manforte.

Dopo la pubblicazione del decreto n.30, Tenuta si dichiarava “moderatamente soddisfatto”, salvo poi rimangiarsi le parole nello stesso consiglio comunale. Allora comincia il balletto di incontri in ospedale e in comune, nei quali gli viene spiegato in maniera decisa, che quello che ha ottenuto è solo la certificazione di un ospedale destinato al ridimensionamento, se non alla soppressione, ovvero che Scura ha giocato con loro “come il gatto col topo”. Allora Tenuta e B., accorgendosi che la situazione è sfuggita loro di mano (non che fossero mai stati in partita!), provano a correre ai ripari, come dire “una volta che i buoi sono scappati, si chiude la stalla!”. Ecco allora la furbata: a distanza di oltre un mese dalle lodi al decreto, presentano  ricorso, VIVA LA COERENZA! L’opposizione PD invece afferma: “ma aveva preso accordi così!”, “aveva preso accordi cosà!”, “Ci sono i verbali!”, ma quali verbali? La verità è che senza un piano credibile per il rilancio dell’ospedale di Acri, e senza reali  sponsor politici, era ovvio che Scura scegliesse la strada più comoda per lui, ovvero quella segnata già un anno fa.

Oramai il fallimento di questa amministrazione comunale è certificato finanche dal vice sindaco che afferma candidamente che il governo della Città è “in mano ai ragazzini”, ai responsabili di settore, al segretario comunale, e noi aggiungiamo anche a qualche semianalfabeta! L’assessore Ferraro, che fa parte da circa 3 anni di questa giunta, ha ufficializzato l’incompetenza cronica e la mediocrità di questa maggioranza e l’inadeguatezza del sindaco Tenuta ad amministrare una città come Acri. Per questo, chiediamo dal profondo del cuore, fateci un favore: EVITATECI ALTRI 2 ANNI DI QUESTO SQUALLORE! Ve lo chiedono i cittadini acresi.

Firmato: Libera Associazione Cittadini Acresi.

Più tasse per tutti!

Ecco che ci risiamo. Ancora una volta i cittadini acresi vengono vessati da tasse e balzelli illegittimi. Non solo per Tributi non dovuti, non solo per disservizi ad ogni livello amministrativo e di gestione, ma anche per errori dovuti alla trasmissione dei dati da parte dell’Ufficio Tributi del Comune di Acri ad Equitalia. Quest’ultima pretende dai cittadini acresi, anche da quelli che hanno già pagato interamente la TARES 2013, il pagamento delle bollette oppure delle sole spese di notifica delle stesse. Molti nostri concittadini sono stati costretti a recarsi presso gli uffici Equitalia, visto che all’ufficio tributi “cadono dalle nuvole”, affrontando un viaggio inutile, per cercare di risolvere il problema, ma gli esattori sono stati inflessibili. A nulla è servita l’esibizione della ricevuta di pagamento di quanto dovuto, l’agenzia di riscossione pretende il pagamento delle spese di invio. All’Ufficio Tributi come al solito non danno risposte, e non sanno o non possono risolvere il problema, che sottolineamo riguarda centinaia di nostri concittadini. Dallo stesso ufficio ci hanno anche risposto in maniera “professionale” che: “i capi sono a conoscenza della questione, ma non abbiamo avuto comunicazioni su cosa fare!”, e poi ci hanno aggiunto “scrivete un bell’articolo su questa cosa!”, eccovi accontentati! Sappiamo per certo che il Sindaco si reca spesso presso gli uffici di Equitalia, ed anche a quelli dell’Agenzia delle Entrate, ma non sappiamo cosa vada a fare. Forse ci va anche per la sua attività di commercialista, noi speriamo non solo per questo! Intanto, sulla questione tace, o per meglio dire il suo portavoce, tace. Il messaggio però è chiaro: “acresi arrangiatevi”, nella vana attesa di una comunicazione ufficiale. Intanto, cittadini di ogni età, pensiamo soprattutto a quelli più anziani, sono costretti, loro malgrado ad affrontare ulteriori spese, con connessa perdita di tempo per l’incapacità di chi ci amministra.

Ci chiediamo, cosa altro dobbiamo fare per far si che i nostri diritti vengano rispettati, e per quanto ancora noi cittadini dovremo subire questo vergognoso trattamento!

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

Il Paese dei Balocchi!

Ecco che alla fine il famigerato decreto è arrivato! Visto da noi cittadini questo è il colpo di grazia per il nostro ospedale. Il DCA 30 prefigura addirittura un ridimensionamento rispetto al DCA 9.

Ci sono voluti alcuni giorni e molte compresse di Maalox per “comprenderlo”, ma soprattutto per poter “digerire” la farsa del consiglio comunale andata in scena il 4 marzo scorso.

Ascoltate le dichiarazioni nell’assise cittadina, possiamo affermare che Pinocchio, che siede sulla poltrona di primo cittadino, è sicuramente in buona compagnia. Maggioranza e opposizione, Amministrazione come ama definirla il Nostro, tutti colpevoli di ignavia e pressapochismo!

La sceneggiata inizia con Pinocchio che si dichiara “moderatamente soddisfatto” del Decreto di Scura, bisogna comprenderlo, sono fatti della “stessa pasta” col commissario.

Ecco che allora arrivano i capitani di ventura che si scagliano contro Scura, reo di aver “tradito i patti”. Quali patti? Quelli “firmati” nelle segrete stanze o quelli chiesti a gran voce dalla popolazione stanca di vessazioni.

Pinocchio, vista la mala parata, allora, cambia strategia. Ecco che il decreto non è più soddisfacente ma “può essere migliorato”. Ma come? Abbiamo aspettato un anno per averlo, e adesso deve essere modificato? Altra presa in giro!

Chi ha ascoltato il dibattito, che chiamarlo tale è un’offesa all’intelligenza collettiva, ha perfettamente chiaro il concetto di ventilatore. Infatti, un ventilatore è un modo più efficiente per muovere l’aria, che non aprire bocca e darle fiato, per chi vuol prendere in giro i cittadini!

Chi si è recato all’ospedale di Acri, suo malgrado, si è dovuto rendere conto che per i casi di media o grave entità, come la febbre alta di un bambino, un principio di infarto, un trauma cranico, una frattura, una emorragia interna, non possono essere gestiti ad Acri, poiché le condizioni del P.S. unito al protocollo sull’emergenza-urgenza, impone che il paziente sia “stabilizzato”, e sia trasferito in altri ospedali, come quello  di Rossano, Castrovillari, o Cosenza, come dire “Che Dio ce la mandi buona!”.

Acri doveva dipendere da Cosenza, un ospedale HUB, come mai non è stato così? La decisione sarà mica legata alla subentrata incompatibilità di Pinocchio con la carica di Sindaco e di revisore dei Conti all’A.O. di Cosenza? Meglio Rossano allora, ad oltre 50 minuti di distanza (SS106 permettendo!).

Cosa dice poi Pinocchio: “Dobbiamo coinvolgere la popolazione e scendere in piazza!”. Scendere in piazza? Ma se nell’unica manifestazione organizzata in favore dell’ospedale non voleva nemmeno partecipare, ma poi è si unito di nascosto insieme ai suoi accoliti, come un comune cittadino, volendosi prendere anche il merito di averla organizzata lui questa manifestazione (vedi Lino Polimeni, articolo 21)!

Pinocchio, ci ha chiamati mentitori, come dire “’O Voiu chiema curnutu allu ciucciu!”, e ci ha accostato ad un partito politico, solo per far confusione. E’ bravo in questo. Come sono bravi i suoi soci. Attaccano i cittadini sul personale, e sviano l’attenzione dalle problematiche reali, quando non possono, e soprattutto non vogliono, rispondere nel merito delle questioni e nei fatti. Pinocchio ci ha anche chiamato, in diverse sedute consiliari e diversi comunicati stampa, tutti filmati e documentati: “evasori”, “opportunisti”, “trombati della politica”, “pseudoassociazione”, “confusionari”, “fomentatori alla disobbedienza fiscale”, “fantomatici”, “disinformati”, “irresponsabili”, “falsi”, ecc.. Cosa abbiamo fatto di male per avere questo trattamento? Abbiamo solo espresso critiche legittime, da cittadini insoddisfatti e delusi da anni di mal governo. Ma se le  critiche sono legittime, le offese no! Noi non accetteremo più offese da parte di chicchessia, men che meno da chi ricopre incarichi istituzionali.

Forse dovevamo subire supinamente senza protestare. Pinocchio e soci, dimenticano, però, di essere nostri dipendenti, pagati con le nostre tasse, ed ai cittadini, datori di lavoro, devono necessariamente rendere conto!

Noi, forse ingenuamente, avevamo maturato una proposta per il rilancio del nostro nosocomio. Essa può anche essere considerata ambiziosa, incompleta, o generica dal punto di vista tecnico, forse utopica, ma nessuno può affermare che non sia stata redatta e presentata ai destinatari, senza essere in malafede!

Noi non siamo tecnici, siamo semplici cittadini, e nella nostra ingenuità, volevamo solo dare un contributo alla risoluzione positiva della questione ospedale.

Nonostante le richieste di incontro inviate a Scura ed ad Oliverio, non abbiamo mai avuto risposta. Non siamo stati mai invitati agli incontri in Regione, e nemmeno all’ASP di Cosenza. Non siamo stati nemmeno invitati nell’ultimo incontro del 17 febbraio in comune, dove erano presenti molte associazioni del territorio, partiti, e sindacati, ma non l’associazione che ha organizzato una manifestazione con oltre 5000 acresi arrabbiati per le sorti del nostro ospedale, per la viabilità negata, per la crisi che attanaglia le famiglie, e per l’emorragia di giovani.

Per noi, l’ospedale di Acri, come anche gli altri ospedali di montagna, diventerà un parcheggio per anziani. Per i servizi ci saranno i privati, perché affidarsi al pubblico? Negli osannati Hub diventa una roulette russa con tempi biblici. Una risonanza non si fa prima dei tre mesi. Una visita neurologica non prima di settembre. Mentre per un ecogardiogramma in alcuni casi ci vuole il 2017. Le zone montane avranno il day surgery, ma quando sarà istituito nessuno lo sa, lo prevedeva da aprile scorso il vecchio decreto n. 9 e in nessuno dei quattro ospedali di montagna è mai partito, ed è passato quasi un anno, dicasi lo stesso per la Lungodegenza. Si torna ai livelli assistenziali degli anni 60 e le strade sono pressoché uguali.

Leggiamo di decine di sindaci, che sulla costa tirrenica, raccolgono firme per chiedere la cacciata di Scura, Primari di ospedali come Vibo che si dimettono in massa, Popolazioni di zone montane come Soveria Mannelli, Serra San Bruno e S. Giovanni in Fiore sul “piede di guerra”, e ad Acri? “Siamo moderatamente soddisfatti!”.

Ci chiediamo quante altre prove vogliono i nostri concittadini per dimostrare che gli interessi di questi politicanti, locali e non, sono molto differenti da quelli reali della popolazione. I cittadini devono indignarsi e sentirsi traditi da tutte le promesse mancate, e pretendere la loro cacciata per manifesta incompetenza!

Siamo stufi di essere presi per i fondelli!

Firmato: Libera Associazione Cittadini Acresi

Niente alibi

Adesso non ci sono più alibi!

Da diversi mesi aspettiamo la pubblicazione del decreto per il riordino della sanità calabrese, e di conoscere il destino del P.O. di Acri, ma come sospettavamo nulla è stato fatto, e con ogni probabilità non lo sarà prima di aprile, ad un anno esatto dal famigerato decreto n.9. Cosa ci dobbiamo aspettare? Noi un idea di come vogliamo e dovrebbe essere, ce l’abbiamo. E’ di qualche giorno fa la pubblicazione sul sito del ministero della Salute, delle disposizioni riguardante le strutture della rete per l’emergenza ospedaliera sul territorio nazionale. Nell’elenco l’ospedale di Acri è definito DEA1. I DEA sono i Dipartimenti di Emergenza e Accettazione, Acri è di Primo Livello, come gli altri ospedali montani di Serra San Bruno e San Giovanni in Fiore, ma non Soveria Mannelli (semplice Pronto Soccorso). Questo significa che l’ospedale di Acri dovrà essere dotato di un Pronto Soccorso, che oltre le normali prestazioni di PS, dovrà garantire anche le funzioni di osservazione e breve degenza, di rianimazione (attraverso spazi appositi, noti come sala rossa) e dovrà inoltre garantire interventi diagnostico-terapeutici di medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia con UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologica). Sono inoltre assicurate prestazioni di laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche, di diagnostica per immagini, e trasfusionali. Tutto questo h24! Questo comporterà che tutto l’ospedale dovrà supportare l’attività di Emergenza e Accettazione, e che quindi dovranno essere garantiti eventualmente gli interventi di urgenza con tutto ciò che ne consegue. Significa quindi che non ci saranno solo interventi in Day Surgery (programmati) ma anche interventi in urgenza con ricovero e assistenza in reparto. Inoltre, bisogna tener conto anche del D. Lgs n.70 del 2015, del Ministero della Salute, che definisce il Regolamento degli Standard Qualitativi, Strutturali, Tecnologici e Quantitativi, per gli ospedali, gli ospedali di zona disagiata come è quello di Acri.

Come LACA, nonostante aver organizzato una manifestazione popolare con piazza migliaia di nostri concittadini, a difesa dell’ospedale, siamo stati ignorati dalla politica locale, e non siamo stati coinvolti negli incontri ufficiali con il commissario Scura. Nonostante la reticenza della politica, in questi mesi, non siamo stati a guardare. Abbiamo chiesto autonomamente, più volte di essere ricevuti dal commissario Scura, per esporre la nostra proposta di rilancio dell’ospedale di Acri, redatta con l’aiuto del personale che vi lavora e opera, e che conosce in modo approfondito le problematiche e i punti nevralgici sui quali intervenire per il suo rilancio. Essa è stata recapitata sia al commissario Scura, nonché al presidente Oliverio affinché fosse valutata. In essa chiediamo appunto il rispetto degli standard minimi di assistenza, i L.E.A., la gestione in sicurezza dell’emergenza-urgenza, e la giusta considerazione per l’ospedale di zona disagiata come è Acri.

In definitiva, le linee guida del ministero ci sono, la normativa pure, la disponibilità di Scura sembra anche che ci sia, adesso non ci sono più alibi affinché l’ospedale di Acri e tutti i cittadini riacquistino la dignità che meritano!

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

Invito incontro Francesco Maria Greco

Incontro con la cittadinanza. Beatificazione monsignor F.M. Greco

Salve, invitiamo tutti i titolari di attività commerciali (negozianti, baristi, ristoratori e albergatori), e tutti i cittadini acresi che vogliono portare idee propositive, alla riunione che si terrà lunedì 15 febbraio dalle 15.30 alle 16.30 presso il convento delle suore a San Francesco per organizzare al meglio l’accoglienza dei pellegrini in occasione della beatificazione di monsignor Francesco Maria Greco nei giorni 21 e 22 maggio. Vista l’importanza di questo evento per la nostra Città, chiediamo la collaborazione di tutta la cittadinanza per la riuscita della manifestazione. Invitiamo tutti a diffondere quanto più possibile questo invito. Grazie a tutti.

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

Considerazioni di un cittadino – Enzo Toscano

Considerazioni di un cittadino amareggiato.

A parlare è il cittadino Vincenzo Toscano: acrese, commerciante, amico di molti e orgoglioso delle proprie origini. Mi sento di prendere carta e penna per descrivere i sentimenti e i pensieri che sto vivendo in questi giorni. Sono stato chiamato in causa da una nota stampa del sindaco di Acri, in virtù del mio doppio ruolo di Presidente della Confcommercio, sezione di Acri, e della LACA. Voglio precisare che per questi ruoli non percepisco alcun compenso. Compensi che invece percepisce il sindaco dei molti incarichi, come revisore dei conti presso l’A.O. di Cosenza, e consigliere provinciale.

Chi mi conosce, sa che in me può sempre avere un valido interlocutore. In tanti anni vissuti in mezzo alla gente, ho affrontato molteplici problemi che riguardavano le attività commerciali del territorio, dando sempre risposte adeguate al mio ruolo. Ho sempre cercato di difendere i diritti dei miei concittadini e delle loro richieste, nel rispetto della legge. Il Sindaco può affermare lo stesso? A tal proposito, ricordo un incontro, durante la campagna elettorale alle ultime elezioni amministrative, in cui erano presenti le Partite IVA del territorio acrese, alle quali erano state fatte delle promesse ambiziose da parte del candidato Tenuta: quante di queste sono state mantenute? Mi chiedo quando è stata l’ultima volta che il sindaco si sia confrontato con una platea di cittadini?

Non ho mai ricoperto cariche pubbliche, ma ho sempre avuto un buon rapporto di collaborazione e di rispetto dei ruoli, con tutte le amministrazioni.

I debiti di cui parla il sindaco, sono del parere che ha contribuito anche lui a crearli, con la sua prima amministrazione, ma nonostante tutto si ritiene vittima delle circostanze, dando agli altri le colpe dei conti disastrati del Comune. Non è stato mica il medico ad ordinargli di candidarsi, e poi, era certamente a conoscenza della situazione finanziaria del Comune. I debiti, però, sono sempre i cittadini che devono ripianarli, e solo loro hanno il diritto di lamentarsi e chiedere spiegazioni ai responsabili di questo indecente indebitamento.

Sono molto preoccupato per il futuro del mio paese, che non riconosco più. Sono ancor più scoraggiato nel vedere che la persona che dovrebbe chiamare a raccolta tutti i cittadini, ricordando di essere una collettività, invece li attacca solo perché chiedono il rispetto dei propri diritti.

In tutti questi mesi, in cui sono stato identificato come “capo della rivolta”, sono stato sempre disponibile ad interloquire con gli amministratori, discutendo puntualmente proposte per il rilancio dell’economia locale, e per far sì che Acri ritorni una città più vivibile, ma a queste non ho mai ricevuto risposta.

Sono indignato, ma soprattutto molto arrabbiato con me stesso per aver creduto, votato e sostenuto l’attuale sindaco e amministrazione. Amministrazione dalla quale, personalmente, non nutro più nessuna aspettativa, perché ho potuto constatare, mio malgrado, che le sue priorità non corrispondono a quelle che sono le esigenze quotidiane dei cittadini acresi.

Per concludere, gradirei che il sindaco non si rivolgesse più al cittadino Vincenzo Toscano, ma se proprio deve, in veste ufficiale, al Presidente della LACA o al Presidente di circoscrizione della Confcommercio di Acri.

Firmato: Vincenzo Toscano.

Ponzio “Tenuta” Pilato

Ci rivolgiamo ai nostri concittadini perché capiscano che questa non è una polemica contro l’amministrazione comunale, ma una occasione unica che Acri non può perdere.

Dal Convento delle Suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori di Acri, la Madre Superiore ci ha confermato che l’assessore Coschignano, negli incontri che si sono tenuti per la definizione dell’evento, non ha proferito parola. Nessuna rassicurazione specifica sul luogo dell’evento, da parte dell’amministrazione, è giunta alla Curia. Per tale motivo è stata scelta una sede alternativa ad Acri. Una sola lettera, inviata oltre 5 mesi fa, non basta a far si che l’evento si svolga ad Acri. Vorremmo sapere quali sono state le iniziative intraprese dopo quella lettera? Quali sono state le garanzie sul luogo preposto affinché la sede dell’evento fosse Acri? Vorremmo sapere se è stato approntato un piano tecnico/organizzativo sul luogo e sulla modalità di svolgimento dell’evento? Vorremmo sapere quali associazioni sono state coinvolte? Quali uffici comunali sono stati attivati? Quali canali sono stati utilizzati dall’amministrazione?

Per noi, un luogo idoneo per lo svolgimento dell’evento potrebbe essere lo stadio “P. Castrovillari” di Acri. Esso è ancora considerato agibile, anche se la recinzione in cemento è pericolante in alcuni punti. Lo Stadio è attualmente usato per lo svolgimento delle partite dei campionati dilettanti, ma viene anche usato dalle Scuole Calcio locali.

Vogliamo ricordare al Sindaco, che per l’organizzazione di questi eventi, esistono dei finanziamenti ad hoc concessi agli Enti Locali, con i quali sarebbe possibile effettuare eventuali lavori di adeguamento e messa in sicurezza dello stadio comunale, che comunque il Comune dovrebbe effettuare a proprie spese.

Ci rendiamo conto che l’organizzazione di un tale evento, il primo e unico di questo tipo per Acri, è di enorme difficoltà. Dal punto di vista logistico, della coordinazione delle molte associazioni sul territorio, dalla viabilità, dall’accoglienza, ecc., il lavoro da svolgere sarà notevole. L’amministrazione deve farsi carico di ciò, e l’assessorato di riferimento svolgere tale compito. Forse è questo che spaventa, o spaventava per meglio dire, l’assessore Coschignano, visto che si è dimessa. Ora l’unico riferimento è il Sindaco, che in pratica afferma: ho fatto il possibile, la responsabilità ora ricade su di voi!

Noi da parte nostra, ci scusiamo con le autorità ecclesiastiche se quanto detto sopra possa, in alcuni passi, rappresentare una mancanza di rispetto, ma è quello che sentiamo.

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

Francesco Maria Greco

Acri: terra di Santi, Poeti, ed emigranti!

Abbiamo appreso con estrema felicità e orgoglio per la nostra Città, che il nostro concittadino, Monsignor Francesco Maria Greco, sarebbe stato beatificato. La decisione è avvenuta a maggio del 2015 da parte della commissione teologica, che ha esaminato il miracolo avvenuto su una donna affetta da una grave patologia, che tramite l’intercessione del prelato, è miracolosamente guarita.

Monsignor Francesco Maria Greco è nato ad Acri, nel 1857. Ha vissuto quasi interamente la sua vita ad Acri. Ad Acri ha fondato l’istituto delle Suore “Piccole Operaie dei Sacri Cuori” di via San Francesco, insieme a Suor Maria Teresa De Vincenti. Ad Acri ha fondato l’ospedale Caritas per l’assistenza dei bambini, dei bisognosi e meno abbienti. Ad Acri muore nel 1931. I suoi resti riposano nella chiesa di S. Francesco di Paola ad Acri. La sua figura, quindi, è indissolubilmente legata alla Città di Acri. Egli, oltre ad essere ricordato che per il miracolo, è conosciuto anche per le innumerevoli opere di bene che ha svolto in vita, a favore dei più umili. La sua figura travalica i confini nazionali, poiché esistono in altri paesi congregazioni dell’ordine da lui fondato, come l’Argentina, gli Stati Uniti, l’Albania e l’India.

Papa Benedetto XVI, ha stabilito che, di norma, le beatificazioni non si celebrino più a Roma, ma nelle Diocesi che hanno promosso la causa di beatificazione, o in altre località ritenute idonee. La cerimonia di beatificazione si dovrebbe tenere tra maggio e giugno 2016. Località scelta, attualmente scelta è Cosenza.

Ci chiediamo per quale motivo la cerimonia di beatificazione non debba tenersi ad Acri? Perché l’amministrazione comunale non ha fatto di tutto per far si che si svolga nella nostra Città? Perché è stato l’ass. Coschignano e non l’ass. alla Cultura, Ferraro, a tenere i rapporti con la Diocesi? Da quest’ultima veniamo a sapere che l’amministrazione comunale di Acri non ha dato nessuna disponibilità affinché e la cerimonia di beatificazione si svolga ad Acri. Un  luogo  “idoneo” sarebbe ad esempio lo stadio comunale “P. Castrovillari”. Per la nostra Comunità sarebbe un occasione irripetibile. Arriveranno molte rappresentanze dall’estero, ed anche molte autorità ecclesiastiche e laiche. Sia avrebbe una notevole ricaduta sul territorio sia in termini di prestigio, sia di promozione del territorio, nonché di ritorno economico importante, in questo momento di crisi morale e sostanziale. Sarebbe una cosa grave, ed una grossa occasione persa per Acri se ciò non dovesse accadere. Per non parlare del disagio che i nostri concittadini dovrebbero affrontare per recarsi fuori Acri, nonché delle problematiche organizzative legate all’evento. Vogliamo che chi è in grado di adoperarsi per portare questo avvenimento ad Acri, lo faccia per tutta la popolazione. Vogliamo, inoltre, che la figura di Monsignor F. Maria Greco sia adeguatamente rivalutata e promossa come merita.

Firmato: “Libera Associazione Cittadini Acresi”

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