Libera Associazione Cittadini Acresi

Sito della Libera Associzione Cittadini Acresi

Duvi cacci e nun minti, ci rimeana llu vacanti!

Qualche settimana fa ad Acri ha aperto i battenti un poliambulatorio facente capo ad un noto gruppo imprenditoriale sanitario crotonese, nel cui CdA siede Antonella Stasi, la Presidente facente funzioni per oltre 7 mesi nel 2014, al posto del condannato e dimissionario Scopelliti. Un’altra struttura è di prossima apertura, e si vocifera che ve ne sarà un’altra. Noi non siamo assolutamente contro chi voglia fare impresa nella Sanità, va bene se serve a diversificare l’offerta sul territorio e che sia di qualità. Pretendiamo, però, che il Servizio Pubblico, pagato con le nostre tasse, come lo stipendio di chi ci governa, dia risposte ai cittadini.

In questi 8 anni di commissariamento, l’offerta del Servizio Sanitario Regionale è andata progressivamente diminuendo in termini di efficienza e servizi erogati, senza una reale riorganizzazione funzionale della rete ospedaliera e territoriale. La diminuzione della spesa è legata essenzialmente al blocco del turn over (pensionamenti e stabilizzazioni), ma nello stesso periodo la domanda di prestazioni sanitarie è aumentata. Oltre alla cattiva programmazione delle amministrazioni regionali e commissariali succedutesi, noi calabresi paghiamo anche la “guerra” tra Dipartimento della Sanità regionale, i Direttori Generali delle ASP e i Direttori Sanitari, legati a questa o quella corrente politica. I nuovi ospedali promessi sono fermi al palo: non si sa dove sono finiti i finanziamenti stanziati per la loro realizzazione, con la Regione che solleva, finalmente, delle riserve sulla loro progettazione: meglio tardi che mai. Mentre la politica nicchia, con l’atto aziendale approvato a metà agosto, questa è l’attuale situazione dell’ospedale di Acri: dipendiamo e dipenderemo in parte, ancora, da Castrovillari per servizi come la Tele-radiologia e il Pronto Soccorso; mai bandito il posto di Primario di Medicina, funzione svolta da quello dello spoke Corigliano-Rossano, il quale presente al massimo un paio di giorni la settimana; la Direttrice Sanitaria assente da oltre un mese, sostituita da un facente funzione; la Risonanza Magnetica non ancora consegnata; il reparto di Lungodegenza non realizzato; la carenza ormai cronica di medici al Pronto Soccorso con 4 effettivi sui 6 previsti; il reparto di Chirurgia che opera sempre in regime di “day surgery”, anch’esso sottorganico di medici chirurghi, 2 su 4 previsti e con 3 anestesisti sui 5 previsti; non esistono i 4 posti in più di Dialisi; dell’ambulatorio di Oncologia neanche l’ombra; il day-hospital di medicina non ancora aperto al 100%, con gli ambulatori (Reumatologia, Diabetologia, Pneumologia, Ecografia, Ecodoppler) fermi a fine luglio 2017. Aggiungiamoci, anche, che andrà in pensione personale medico – infermieristico – amministrativo e tecnico, 3 unità entro la fine dell’anno, a cui se ne aggiungeranno altre 11 unità nel 2018, le quali non verranno sostituite, poiché non esiste un piano di assunzioni programmato da parte dell’ASP provinciale. Insomma, la situazione per il P.O. di Acri è sempre più precaria.

A nulla sono valse le richieste della LACA espresse nel consiglio comunale aperto di inizio settembre scorso. L’impegno di investimenti, solo parole al vento! Le promesse di politica e dirigenza sanitaria si sono rivelate ancora una volta solo fumo negl’occhi! I cittadini, intanto, sono sempre più infuriati!

LACA – Comunicato stampa del 02/11/2017

Un vecchio aforisma dialettale afferma: “Duvi cacci e nunminti, ci rimeanallu vacanti!”. Qualche settimana fa ad Acri ha apertoi battenti un poliambulatorio facente capo ad un noto gruppo imprenditoriale sanitario crotonese. Un’altra struttura è di prossima apertura, e si vocifera che ve ne sarà un’altra. Noi non siamo assolutamente contro chi voglia fare impresa nella Sanità, va bene se serve a diversificare l’offerta sul territorio e che sia di qualità. Pretendiamo, però, che il Servizio Pubblico, pagato con le nostre tasse, come lo stipendio di chi ci governa, dia risposte ai cittadini. In questi 8 anni di commissariamento, l’offerta del Servizio Sanitario Regionale è andata progressivamente diminuendo in termini di efficienza e servizi erogati, senza una reale riorganizzazione funzionale della rete ospedaliera e territoriale. La diminuzione della spesa è legata essenzialmente al blocco del turn over (pensionamenti e stabilizzazioni), ma nello stesso periodo la domanda di prestazioni sanitarie è aumentata. Oltre alla cattiva programmazione delle amministrazioni regionali e commissariali succedutesi, noi calabresi paghiamo anche la “guerra” tra Dipartimento della Sanità regionale, i Direttori Generali delle ASP e i Direttori Sanitari, legati a questa o quella corrente politica. I nuovi ospedali promessi sono fermi al palo: non si sa dove sono finiti i finanziamenti stanziati per la loro realizzazione, e la Regione che solleva, finalmente, delle riserve sulla loro progettazione: meglio tardi che mai. Mentre la politica nicchia, e l’atto aziendale approvato a metà agosto, questa è l’attuale situazione dell’ospedale di Acri: dipendiamo e dipenderemo in parte, ancora, da Castrovillari per servizi come la Tele-radiologia e il Pronto Soccorso; il Primario di Medicina; la Risonanza Magnetica non ancora consegnata; il reparto di Lungodegenza non realizzato; la carenza ormai cronica di medici al Pronto Soccorso con 4 effettivi sui 6 previsti; il reparto di Chirurgia che opera sempre in regime di “day surgery”, anch’esso sottorganico di medici chirurghi, 2 su 4 previsti e 3 su 5 anestesisti previsti; non esistono i 4 posti in più di Dialisi; l’ambulatorio di Oncologia neanche l’ombra; il day-hospital di medicina non ancora aperto al 100%, con gli ambulatori (Reumatologia, Diabetologia, Pneumologia, Ecografia, Ecodoppler) fermi ad agosto 2017. Aggiungiamoci, anche, che entro la fine dell’anno andrà in pensione personale medico – infermieristico – amministrativo e tecnico infermieristiche, 3 entro la fine dell’anno, a cui se ne aggiungeranno altre 11 unità nel 2018, le quali non verranno sostituite, poiché non esiste un piano di assunzioni programmato da parte dell’ASP provinciale. Insomma, la situazione per il P.O. di Acri è sempre più precaria. A nulla sono valse le richieste della LACA espresse nel consiglio comunale aperto di inizio settembre. Le promesse da parte di politica e dirigenza sanitaria si sono rivelate solo fumo negl’occhi! I cittadini, intanto, sono sempre più infuriati!

Ospedale di Acri: dubbi e preoccupazioni.

L’atto aziendale dell’ASP di Cosenza, approvato dalla struttura commissariale della regione Calabria, con DCA n° 110/2017, non risolve le criticità dell’ospedale di Acri. Il documento in pratica non cambia un bel nulla della situazione organizzativa attuale. Riesce addirittura peggiore del precedente: spariscono, infatti, il reparto di Lungodegenza e l’ambulatorio di Oncologia. Leggendolo, è palese la volontà che si voglia spostare i servizi sanitari dal nosocomio cittadino al territorio, in che modo non è dato saperlo. Viene addirittura tirato in ballo l’ospedale della sibaritide, del quale non vi è nemmeno l’ombra!

Conferma delle intenzioni dei vertici sanitari regionali e provinciali l’abbiamo avuta durante il consiglio comunale aperto del 4 settembre scorso. Il delegato politico regionale (Pacenza) e quello sanitario (Mauro), ognuno per la parte che è chiamato a recitare, hanno dato risposte per nulla tranquillizzanti alle richieste dei cittadini.

Qualcuno in consiglio, cercando di tranquillizzare la popolazione, ha affermato che la dipendenza dell’ospedale di Acri dallo spoke Corigliano-Rossano sarà solo “formale”. Tanto formale che il direttore sanitario ha già messo le mani avanti dicendo che la struttura ospedaliera acrese è “fatiscente”, con tanto di report fotografico, ed inoltre che il personale è in “esubero” rispetto ai posti disponibili. Quindi c’è poco ad stare tranquilli!

I calabresi, sono vittime del piano di rientro, architettato in una notte di agosto del 2008, che in oltre 8 anni di commissariamento, ha provocato il depotenziamento o la chiusura di strutture periferiche e il sovraccarico di strutture sanitarie centrali. Si è assistito all’aumento dell’emigrazione sanitaria, con pronto soccorso al collasso e l’incertezza per i cittadini di non essere curati adeguatamente.

L’economia cittadina ha risentito pesantemente del depotenziamento dall’ospedale di Acri. E’ assurdo pensare che per trattare alcune patologie, che prima venivano affrontate egregiamente all’ospedale di Acri, si debba invece “emigrare” in altre realtà. Il Sistema Sanitario Regionale e il regime commissariale hanno fallito!

Il presidente Oliverio, se volesse, potrebbe mettere fine a tutto questo, in base alla L. 191/2009 art.1 comma 88: “…E’ fatta salva la possibilità per la regione di presentare un nuovo piano di rientro ai sensi della disciplina recata dal presente articolo. A seguito dell’approvazione del nuovo piano cessano i commissariamenti,…”.

In consiglio comunale abbiamo chiesto che vengano potenziati, in tempi brevi, i servizi dell’emergenza-urgenza, che vengano garantiti gli interventi chirurgia in week surgery, con attività di chirurgia di media-bassa entità, aperta la RM e la Lungodegenza. Abbiamo chiesto, anche, la copertura di tutti i posti previsti nel DCA 64/2016, in parte autorizzati con i decreti 111, 112 e 113 del 2017. Nella nostra proposta operativa per il rilancio del P.O. acrese, presentata al presidente del consiglio comunale di Acri, al commissario Scura e al presidente Oliverio, proponiamo un nuovo modello organizzativo per gli ospedali di zona disagiata, che tenga conto delle peculiarità proprie della montagna, concedendo loro l’autonomia gestionale necessaria. In altre regioni la montagna è stata rivalutata, addirittura riaprendo i punti nascita anche con meno di 250 parti annui! La scelta è stata quella di investire e non tagliare, perché non farlo anche in Calabria? Una nuova tipologia di ospedale poterebbe essere uno SPOKE DI MONTAGNA MULTIDISCIPLINARE, insieme a San Giovanni in Fiore. Noi non chiediamo la Luna, ma una struttura sanitaria che faccia fronte all’emergenza-urgenza e che deve poter accogliere la domanda di servizi dei territori limitrofi. 

La politica stia al fianco dei cittadini, altrimenti si dovranno percorrere altre vie per la difesa del diritto alla salute.

La montagna e il topolino.

Finalmente la montagna ha partorito il topolino. L’atto aziendale dell’ASP di Cosenza, approvato dalla struttura commissariale della regione Calabria, con DCA n° 110/2017, non risolve le criticità dell’ospedale di Acri. Il documento in pratica non cambia un bel nulla della situazione organizzativa attuale. Riesce addirittura peggiore del precedente: spariscono, infatti, il reparto di Lungodegenza e l’ambulatorio di Oncologia. Leggendolo, è palese la volontà che si voglia spostare i servizi sanitari dal nosocomio cittadino al territorio. Viene addirittura tirato in ballo l’ospedale della sibaritide, del quale non vi è nemmeno l’ombra! Conferma delle intenzioni dei vertici sanitari regionali e provinciali l’abbiamo avuta durante il consiglio comunale aperto del 4 settembre scorso. Il delegato politico regionale (Pacenza) e quello sanitario (Mauro), ognuno per la parte che è chiamato a recitare, hanno dato risposte per nulla tranquillizzanti alle richieste dei cittadini. Questi ultimi, sono vittime del piano di rientro, architettato in una notte di agosto del 2008. In oltre 8 anni di commissariamento, la situazione del servizio sanitario regionale è andata via via peggiorando. Aumento dell’emigrazione sanitaria, i pronto soccorso al collasso e l’incertezza per i cittadini di essere curati adeguatamente. L’economia cittadina ha risentito pesantemente del depotenziamento dall’ospedale di Acri. E’ assurdo pensare che per trattare alcune patologie che prima venivano affrontate all’ospedale di Acri, si debba invece “emigrare” in altre realtà. Il Sistema Sanitario Regionale e il regime commissariale hanno fallito! Il presidente Oliverio, se volesse, potrebbe mettere fine a tutto questo, in base alla L. 191/2009 art.1 comma 88: “…E’ fatta salva la possibilità per la regione di presentare un nuovo piano di rientro ai sensi della disciplina recata dal presente articolo. A seguito dell’approvazione del nuovo piano cessano i commissariamenti,…”. In consiglio comunale abbiamo chiesto che vengano potenziati, in tempi brevi, i servizi dell’emergenza-urgenza, che vengano garantiti gli interventi chirurgia in week surgery, aperta la RM e la Lungodegenza. Abbiamo chiesto, anche, la copertura di tutti i posti previsti nel DCA 64/2016, in parte autorizzati con i decreti 111, 112 e 113 del 2017. Nella nostra proposta operativa per il rilancio del P.O. acrese, presentata al presidente del consiglio comunale di Acri, al commissario Scura e al presidente Oliverio, proponiamo un nuovo modello organizzativo per gli ospedali di zona disagiata, che tenga conto delle proprie peculiarità, concedendo ad essi l’autonomia gestionale necessaria. Chiediamo, infine, l’investimento dei fondi ministeriali destinate al potenziamento dei servizi sanitari per le aree disagiate. La politica stia al fianco dei cittadini, altrimenti si dovranno percorrere altre vie per la difesa del diritto alla salute.


per gli ospedali di zona disagiata visto che la tipologia ci è stata data dalla politica nazionale e regionale.

allora la nostra proposta presentata ai nostri amministatori dice: perche non si ragiona su questa tipologia di ospedale e pensare di rilanciare la montagna per non farla spopolare in un futuro, visto che in altre realta nazionali lo hanno fatto con l’apertura dei reparti?

con una nuova tipologia di ospedale, visto che il sistema adetto dei nostri amministratori è fallito?

noi proponiamo il rilancio della montagna come detto in campagna eletorale dal nostro caro presidente della regione con un nuovo SPOKE DI MONTAGNA MULTIDISCIPLINARE con san giovanni in fiore se necessario, dove ad acri si deveno far  ripartire le attività di chirurgia di media-bassa attività, e piccole cose i cittadini li possono fare ad acri, è un richiamo anche per i territori limitrofi. 

la nostra proposta della LACA è a disposizione sul nostro sito.

FINALMENTE LA MONTAGNA HA PARTORITO IL TOPOLINO.

FINALMENTE LA MONTAGNA HA PARTORITO IL TOPOLINO.

La maggioranza non aveva nessuna proposta solo mantenere atto

Ci aspettavamo dalla maggioranza una presa di posizione ferma e proposte migliorative rispetto a quelle deliberate dalla struttura commissariale ed all’ASP provinciale.

Nonostante la presenza dei massimi rappresentanti regionali e provinciali non è stato raggiunto hanno dato un contributo. Hanno dato la colpa al commissario Scura (Pacenza) e al

Solo la nostra proposta, presentata il 18/08/2017 prot. N.13960,  al presidente del consigli comunale, era migliorativa… (sintesi) multidisciplinare attività week surgery

Anche l’opposizione ha presentato il giorno del consiglio, una proposta simile alla nostra.

Nessuno degli atti aziendali è stato applicato

Siamo sempre vigili. Controlleremo

Siamo disponibili a qualsiasi incontro su sanità, tasse, viabilità, ecc.

Noi non ci fidiamo…

c’è pace per il P.O. “Beato Angelo” di Acri, neanche dopo la pubblicazione dell’ultimo atto aziendale del 17 agosto scorso, che recepisce, con riserva di integrazione il DCA 110/2017.

Questo ennesimo atto

Finalmente è arrivato anche se con PRESCRIZIONE il tanto agognato ATTO AZIENDALE che la  nostra ASP di  Cosenza, strumento di programmazione e gestione sanitaria  deve adottare per il governo della salute dei cittadini della provincia di Cosenza.

L’atto aziendale approvato con DCA n° 110 /2017 dalla struttura commissariale della regione Calabria, e stato pubblicato in data 08.08.2017 e recepito dalla nostra ASP in data 17.08.2017 con atto formale da parte del Direttore Generale.

Dunque:

l’atto aziendale viene approvato (finalmente) con riserva di integrazione di n° 7 punti che l’azienda ASP deve integrare e sostituire come modello organizzativo, (altro che esultanza).

Il direttore generale fa delle considerazioni in quanto scritto nella introduzione dice: la popolazione sta invecchiando, bisogna spostare l’offerta dall’ospedale al territorio, le risorse sono sempre di meno, il distretto va valorizzato, l’assistenza primaria (medici di base – specialisti ambulatoriali ecc..) si deve integrare in questo sistema con le medicina ospedaliera,

 INSOMMA,  pare che si voglia smantellare l’ospedale a vantaggio del territorio.

Il territorio della nostra ASP comprende n° 155 comuni con una estensione di 6.709,75 Kmq pari al 44% DI TUTTO IL TERRITORIO REGIONALE.   La metà della Regione Calabria.

Poi dice che è in programmazione sulla fascia Ionica l’Ospedale unico della Sibaritide (che non si intravede l’ombra), che dalla parte del Tirreno c’è una valutazione tecnica finanziaria  per rivedere l’assetto strutturale e impiantistico delle strutture di Paola e Cetraro.

Dunque, secondo noi tutto questo scrivere in questo atto aziendale mette in evidenza una sostanziale sconfitta della sanità regionale perché dice e non dice, in pratica non cambia un bel nulla della attuale situazione organizzativa esistente attualmente.

Per quando riguarda la situazione del nostro presidio Beato Angelo, l’atto dice, art. 41 “rete ospedaliera” gli ospedali di zona disagiata DCA 64/2016, in questi presidi viene assicurata la seguente attività,: Pronto Soccorso con relative attività di supporto, Medicina Generale, Chirurgia Generale Ridotta, Anestesia, Laboratorio Analisi, e la farmacia ospedaliera. La direzione ospedaliera dipende dalla struttura SPOKE di riferimento.

Finalmente finisce il matrimonio/convivenza con lo SPOKE di Castrovillari mai andato a buon fine per volere della dirigenza aziendale e quella dello spoke, e veniamo accorpati allo spoke di Rossano-Corigliano con un matrimonio da organizzare chissà come sarà.

Tutto questo in pratica non cambia niente aver spostato lo spoke di riferimento per Acri cambia poco, anche perché visto come è finito l’ultimo, siamo preoccupati che il nuovo sarà diverso.

Noi come LACA diciamo:

Dateci quello che la legge ci dice di avere, cioè dignità e sopravvivenza in una zona considerata dai vertici regionali come ZONA DISAGIATA. Meritiamo rispetto.

  • ABBIAMO FORMULATO UNA NOSTRA PROPOSTA FATTA DA CITTADINI CHE HANNO A CUORE IL PROPRIO OSPEDALE, SULLA BASE DI QUELLO CHE ERA E QUELLO CHE E’ ORA, consegnata al presidente del consiglio comunale come persona super partners da portarla in consiglio discuterla e formulare una proposta/protesta forte e unica verso gli organi di competenza.
  • Che la sanità regionale sia in default ormai e noto a tutti solo, e che non si vuole accettare.Che si deve rimodulare una nuova organizzazione del sistema sanitario regionale, mettendo al centro le risorse dei territori di periferia cosi come ribadito in campagna elettorale del nostro amato presidente regionale.
  • che la direzione aziendale  non ha le idee chiare su come dirigere la sanità locale. (trasferimenti di personale e risorse economiche da investire come la risonanza magnetica doveva essere operativa da un pezzo, ristrutturazione della struttura per allocare altri servizi con fondi già destinati dallo stato 5 milioni di euro per gli ospedali di area disagiata).
  • Che lo spostare del nostro ospedale da uno spoke ad un altro non è la soluzione ottimale. Anche perché siamo convinti che per gli ospedali di montagna zona disagiata meritano una particolare attenzione da parte di chi redige questi cervellotici piani, con una PROPRIA AUTONOMIA gestionale e finanziaria per un rilancio di queste zone definite di disagio altrimenti si spopolano (cieca e sorda la politica che non vede/sente queste cose), con la creazione di uno SPOKE DI MONTAGNA MULTIDISCIPLINARE,  dove svolgere tutte quelle attività di bassa-media intensità di cure per sgravare gli spoke e l’HUB di Cosenza dove possono attivare attività di media e alta specialistica sanitaria.
  • Da quello che viene scritto nelle delibere e atti, ad oggi per il nostro presidio non si è visto ancora e ripetiamo ANCORA niente, era prevista una LUNGODEGENZA CON 16 POSTI LETTO , nemmeno  l’ombra anzi nell’atto aziendale non viene menzionato.
  • Era previsto l’ambulatorio di ONCOLOGIA  nell’atto aziendale non vi è traccia.
  • Il personale sanitario (medio-infermieristico-e di supporto) cosi come promesso nemmeno l’ombra, anche perché si ribadisce che  per la fine di questo anno e l’anno 2018 si collocheranno in pensione  molte persone, verranno sostituite? Ne dubitiamo.
  • La tanto proclamata tutela EMERGENZA/URGENZA cioè il Pronto Soccorso da potenziare, che fine hanno fatto i medici che dovevano arrivare visto la carenza, (trasferimento di un medico da parte dell’azienda, e la malattia lunga del responsabile), ancora ad oggi la 5° persona non c’è, con problemi di turnazione. Il rafforzamento del P.S con il Ginecologo specialista presente anche nelle ore notturne e festive con una reperibilità sostitutiva a tutela delle donne con costi irrisori visti gli sprechi in altri posti.
  • La riapertura per il 21 agosto del Day Hospital della medicina ancora chiuso non si capisce il motivo.
  • Il completamento come previsto dal DCA 64/2016 di:
  • 5 unità mediche in Chirurgia.
  • 5 unità mediche in anestesia.
  • 5 unità mediche in P.S.

Acri li 02.09.2017

Non si finisce mai di… incassare!

Come era prevedibile, subito dopo l’insediamento dei commissari, l’ufficio tributi sta dando seguito a tutte le pendenze sui tributi delle annualità arretrate che la passata amministrazione non è stata in grado di attuare. Dopo le bollette del servizio idrico, TARI, per gli anni 2015 e 2016, sta provvedendo a recapitare le bollette TARI per l’anno 2017. Consigliamo vivamente ai nostri concittadini di verificare se ciò che è riportato nella bolletta corrisponde alla situazione reale del proprio nucleo familiare (Utenza domestica) o della propria attività commerciale (utenza non domestica). Segnalate eventuali difformità agli uffici comunali, come ad esempio il numero di componenti nel nucleo familiare, la superfice catastale che deve essere ridotta del 20%, le eventuali detrazioni previste dal regolamento comunale, come ad esempio per soggetti con più di 65 anni di età o ai nuclei familiari numerosi. Sono, inoltre, in consegna le cartelle esattoriali Equitalia, riguardanti il tributo della TARES 2013, dei crediti messi a ruolo e trasmessi all’agente di riscossione. La Libera Associazione Cittadini Acresi ha più volte richiesto alla passata amministrazione di rivedere le tariffe della TARES, che come ha dimostrato, palesemente sbagliate e la riemissione delle relative bollette con i valori corretti. E’ stata chiesta la revisione degli importi applicando la decurtazione dell’80% per il disservizio accertato a seguito dell’emergenza rifiuti venutasi a creare nella seconda metà del 2013. E’ stato anche chiesto un sistema di tassazione più equo e rispondente alle esigenze dei cittadini, soprattutto in questo periodo di crisi. Richieste purtroppo tutte disattese. Adesso la palla passa ai cittadini. Chi volesse farlo, può in autonomia, entro 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale di Equitalia, aderire alla mediazione obbligatoria presentando un ricorso all’organo preposto del comune di Acri. Abbiamo messo a punto un modello di ricorso, scaricabile dal nostro sito www.lacacri.it/download, personalizzabile secondo le proprie esigenze da presentare al protocollo comunale per un tentativo di mediazione. Ricordiamo che per importi superiori ad €2585,28 è comunque necessaria l’assistenza di un tecnico abilitato. Se entro 90 giorni gli uffici comunali non risponderanno alla richiesta, ci si potrà rivolgere alla commissione tributaria per far valere i propri diritti nei successivi 30 giorni. La prossima amministrazione, dal punto di vista dei tributi arretrati avrà forse “vita facile”, in quanto l’onere dell’incasso sarà fatto ricadere sulla gestione commissariale e sul dissesto provocato da chi l’ha preceduta. Mentre alle elezioni comunali mancano giusto 2 mesi, dobbiamo già sorbirci una campagna elettorale “silenziosa”. Nei prossimi mesi, oltre al martellamento continuo dei cercatori di voti, dovremo sorbirci anche altre comunicazioni da parte degli uffici comunali, primo tra tutti quello delle cartelle Equitalia relative alla TARI 2014, possiamo starne certi.

Convocazione dell’assemblea soci della LACA.

Dopo la campagna di tesseramento, il Consiglio Direttivo della Libera Associazione Cittadini Acresi, nella riunione di sabato 18 marzo scorso, ha deliberato la convocazione dell’assemblea ordinaria dei soci per il giorno 26/03/2017, per l’elezione degli organi direttivi, come previsto dallo statuto. L’assemblea avrà l’obiettivo di esporre l’attività dell’associazione svolta negli ultimi 2 anni, sul territorio acrese in difesa dei diritti dei cittadini. Seguirà un dibattito pubblico, aperto a tutta la cittadinanza, per raccogliere le proposte utili al miglioramento della società acrese, che saranno alla base della futura programmazione delle attività dell’associazione. L’associazione è aperta a tutti coloro che hanno a cuore le sorti della città di Acri. Verranno coinvolti tutti i cittadini acresi che vorranno partecipare, dando il loro contributo al rilancio della nostra amata Città. Ognuno di noi è artefice del proprio futuro, e non può sempre delegare ad altri, soprattutto in questo momento in cui il tessuto sociale si sta disgregando, in piena crisi morale e materiale che attanaglia il nostro paese.

Vogliamo informare i nostri concittadini, che sono attivi alcuni canali di comunicazione privilegiati come la nostra pagina Facebook ed il nostro sito internet, sui quali convergeranno tutte le segnalazioni e tutto il materiale raccolto in 2 anni di lavoro. Vogliamo ricordare che la nostra è solo attività di volontariato al servizio della collettività. Vi rammentiamo il motto proposto nelle manifestazioni del 2015: “Chi non ha il coraggio di ribellarsi, non ha il diritto di lamentarsi!”.

Invito ad assemblea pubblica

Invitiamo gli associati, gli operatori economici e tutti i cittadini a partecipare all’assemblea pubblica dell’associazione LACA, il giorno 26 marzo prossimo, dalle ore 15.00 alle ore 20.00, presso il cine teatro nuovo, piazza san Domenico. Dopo aver eletto le cariche associative, si darà spazio alle persone presenti di poter intervenire nella discussione su come affrontare le problematiche acresi. L’obiettivo dell’associazione è quello di mettere in evidenza il disagio sociale ed economico che stiamo vivendo, ma anche il metodo su come si possa superare. Di promesse nell’ultimo ventennio ne abbiamo avute tante e molti sono stati gli amministratori opportunisti, incapaci e individualisti, che abbiamo avuto a palazzo Gencarelli. Motivo per cui è necessario, non solo un dibattito e un confronto, ma anche una garanzia che quello che viene promesso venga poi realizzato. Un esempio delle promesse non mantenute è quello relativo all’esternalizzazione del servizio tributi, lasciatoci in eredità dall’amministrazione uscente. Una società privata vesserà ancora di più i cittadini acresi. Il 22 marzo scorso, infatti, la prima procedura per l’aggiudicazione della gara di appalto è stata espletata ed a nulla sono valse le rimostranze portate avanti, dalle forze politiche, sindacali e associative. Come abbiamo scritto più volte, questo porterà un danno alle casse comunali quantificato in oltre 3 milioni di euro, in 6 anni, con il rischio molto concreto, che si possa verificare ostracismo contro i più deboli, con casi documentati di pignoramenti di conti corrente, pensioni e beni personali bloccati (vedi Bisignano). Dobbiamo finalmente prendere atto che il sistema “‘e du panariellu e da janna” deve finire, siamo arrivati ormai “alla frutta”! Ci dobbiamo rendere conto che siamo tutti sulla stessa barca e se non incominciamo a remare tutti nella stessa direzione, nello stato di stallo in cui ritroviamo, rischiamo realmente di affondare. Facciamo, pertanto, un appello accorato ai cittadini acresi ad intervenire, non si può sempre delegare ad altri. Sta a voi ora farvi sentire!

La crisi della LACA!

Alla fine è accaduto, l’amministrazione comunale di Acri, Sindaco in primis, è caduta! Non vi preoccupate non si è fatta male, almeno non fisicamente. E’ stato come se quella cappa di oppressione che gravava sulla città si fosse di colpo diradata e un grosso sospiro di sollievo si fosse levato all’unisono! Tornavamo a respirare aria pulita! Dopo un primo momento di incredulità, abbiamo realizzato che era tutto vero. Successivamente, però, è sopraggiunto una sorta di smarrimento: E adesso cosa faremo, con chi ce la prenderemo!? Non vi nascondiamo che la notizia ci ha lasciato con un senso di vuoto (riempito a malincuore con un bicchiere di prosecco!). Due anni di denunce su tassazione al massimo, su mancanza di dialogo con la popolazione, sulla mancata realizzazione delle promesse, sullo sperpero di denaro pubblico, sul depotenziamento dell’ospedale civile “Beato Angelo”, sulla svendita del patrimonio pubblico, sulla viabilità, sulla mancanza cronica di acqua, sull’emorragia di giovani, sulle attività commerciali che chiudono, sull’esternalizzazione dei servizi pubblici, sul dissesto finanziario dell’ente, sul clima di tensione e di odio verso i cittadini che chiedevano solo il rispetto dei propri diritti. Dopo tutto questo, eravamo finalmente orfani dei nostri amministratori.

Di una cosa siamo oltremodo contenti: almeno adesso i soldi delle nostre tasse non verranno più gestiti da gente amorale sorda ad ogni richiesta e assente dalle proprie responsabilità.

Solo un mese fa qualcuno ci definiva volgari e provocatori, auspicando la fine “naturale” del mandato. Adesso abbiamo avuto la conferma di tutto ciò che affermavamo.

Resta solo un po’ di amarezza nel constatare che il tutto si è realizzato per una foto sfuocata ed un conveniente calcolo personale non concretizzato. La stessa convenienza che ha tenuto attaccati alla poltrona, con la super colla, tutti gli altri consiglieri di maggioranza. Ogni altra considerazione è superflua.

Dicevamo: cosa fare adesso? Innanzitutto invitiamo i nostri cittadini a battersi per l’annullamento della delibera sull’esternalizzazione del servizio tributi, che farà perdere al Comune, cioè a noi cittadini, oltre 3 milioni di euro in 6 anni.

Di certo si partirà, come sempre è stato, dal presupposto che la Casa Comune e tutti i beni pubblici sono dei cittadini e non dell’amministrazione di turno, che per un periodo limitato di tempo è chiamata a gestire. Chiunque si proporrà alla guida della Città dovrà avere un confronto costante con la popolazione e gli chiederemo conto di ogni stortura o ingiustizia perpetrata ai danni dei cittadini. Staremo sempre attenti alle dinamiche che muovono certi interessi e non tollereremo nessun atto di opportunismo o convenienza.

Occhi sempre aperti su chiunque andrà ad amministrare la nostra Città, maggioranza o opposizione che sia.

Invito al tesseramento.

La Libera Associazione Cittadini Acresi, con votazione unanime del Direttivo, ha deciso di aprire il tesseramento per l’anno 2017. In seguito si procederà con l’elezione dei nuovi organi associativi. Per questo motivo sono aperte le iscrizioni a coloro che hanno interesse a partecipare al miglioramento della società acrese a 360°, mettendoci del proprio. Chiediamo, pertanto, ai volenterosi, che hanno a cuore le sorti del territorio, di comunicare la propria intenzione di iscriversi. Ulteriori informazioni circa l’attività dell’associazione, potranno essere reperite sullo statuto e sulla nostra pagina Facebook.

Stiamo anche aggiornando il nostro sito, inserendo tutto il materiale raccolto ed il, non poco, lavoro svolto negli ultimi 2 anni.

Potete anche rivolgervi ai seguenti recapiti telefonici: 3392610200 oppure 3282063106.

Ognuno di noi è artefice del proprio futuro e non può sempre delegare ad altri, soprattutto in questo momento critico che sta attraversando il nostro paese.

Chi non ha il coraggio di ribellarsi, non ha il diritto di lamentarsi!”.

Firmato: Libera Associazione Cittadini Acresi

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