La gestione del ciclo dei rifiuti è sempre stato un rebus per le amministrazioni pubbliche. In primis la Regione,che dopo la riforma del Titolo V della Costituzione (2001),alla quale spetta l’organizzazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, che ormai agisce da oltre 30 anni in situazione emergenziale senza una chiara strategia e con un piano rifiuti che è risultato assolutamente fallimentare: vedi la creazione dell’ATO, degli ARO e l’individuazione dei siti per la realizzazione dei cosiddetti ecodistretti.Con la rimodulazione delle tariffe da parte della regione, a dicembre 2019 (giunta Oliverio), i comuni virtuosi come Acri, hanno subito una vera è propria stangata. In secondo luogo i comuni, che comunque possono con una certa autonomia organizzare. Abbiamo poi, discariche pubbliche quasi tutte chiuse e con discariche gestite da privati, senza nessuna trasparenza, che fanno spesso il bello ed il cattivo tempo. In tutto questo si inserisce la criminalità organizzata. E’ indubbio il fatto che il business della spazzatura, come anche lo smaltimento illegale di rifiuti pericolosi (vedi terra dei fuochi), è oro per le eco mafie: si vedano anche i roghi di origine dolosa scoppiati a distanza di poco tempo presso impianti per il trattamento dei rifiuti. Ma qual è la situazione nella nostra città?Ad Acri la RD è partita nel febbraio 2015, dopo che l’azienda E-log ha vinto l’appalto (unica partecipante tra l’altro), arrivando a regime nel maggio dello stesso anno. La maggioranza degli acresi ha dimostrato maturità, rispondendo bene, a questo servizio, segno che se i cittadini vengono messi nelle giuste condizioni le cose funzionano. Già allora però, avevamo sollevato delle perplessità alla giunta Tenuta, soprattutto riguardo al numero di utenze (domestiche e non domestiche) che non corrispondevano alla realtà, e che provocava un aumento della tariffa per lo smaltimento illegittima: il tempo ci ha dato ragione. Da capitolato d’appalto, la E-log doveva raggiungere il 50% di raccolta differenziata dopo sei mesi ed il 65% dopo un anno dall’avvio del servizio. Percentuali che riesce quasi a toccare, ed alla quale non vengono chieste le penali per il mancato raggiungimento degli obiettivi, pari all’1% dell’importo di aggiudicazione per ogni unità percentuale inferiore al 65%, ma facciamo finta di sorvolare. Dopo 3 anni, tra altri e bassi, con una gestione non proprio trasparente del servizio, con la percentuale di RD che si attesta sempre (casualmente?) intorno al 65%, l’azienda riceve un interdittiva(poi successivamente ritirata) nel gennaio 2019, con conseguente revoca ed affido diretto ad un’altra ditta, la Ecoross. Veniamo ai giorni nostri. La stessa Ecorosssi è aggiudicata nel frattempo il nuovo bando (dicembre 2019).

Ci poniamo allora alcune domande purtroppo rimangono ancora senza risposta:

Come mai il calendariodella raccolta differenziata è ormai un lontano ricordo? Le spiegazioni alla “supercazzolaprematurata” dell’assessore all’ambiente Franca Sposato, non convincono noi cittadini alle prese con il controllare giornalmente le comunicazione dell’ufficio comunale preposto e a tenersi la “munnizza” a casa anche per 10 giorni di fila. Ciò potrebbe configurarsi come interruzione del servizio, come da art. 35 regolamento comunale I.U.C..

Altra domanda che sorge spontanea: come mai nei giorni festivi i rifiuti non vengono raccolti? Forse perché la ditta affidataria utilizza meno personale di quanto necessario oppure perché non vuole pagare gli straordinari per i festivi? Alla luce della normativa sulla sicurezza, gli operatori lavorano in condizioni ottimali? Sono previsti 2 operatori per ogni mezzo?

Ed ancora: come mai le percentuali di RD si attestano intorno al 65% da 5 anni a questa parte? Si sa che per avere un risparmio per le tasche dei cittadini la percentuale di indifferenziato dovrebbe essere ridotto al minimo, come anche la parte umida (organico), che paghiamo profumatamente. In 3 anni e mezzo di amministrazione Capalbo, non è stato fatto nulla per ridurre le tariffe, che invece aumentano in media di quasi il 20%. La bravura di una amministrazione si vede da questo, altrimenti tiriamo solo a campare.Continuiamo: quali controlli esercita il Comune sulla ditta appaltante per il rispetto delle norme? Da bando di gara sono previste conferenze con la popolazione, campagne di informazione, monitoraggio del servizio, pubblicazione costante dei risultati.

Perché è stato concesso l’utilizzo della Sale delle Colonne di palazzo Sanseverino-Falcone, spazio pubblico in un immobile storico e di pregio, vietato per altri eventi, alla Ecoross a mò di magazzino, anche se provvisorio? Non è forse la ditta appaltatrice a dover provvedere, in autonomia, a reperire gli spazi. Su questo gli assessori al ramo (il duo Bonacci-Sposato) sembrano in bambola, come un po’ tutto l’amministrazione comunale. Come al solito i cittadini pagano le conseguenze di tanta improvvisazione.

Perché è stata liquidata un’anticipazione di spesa a “Calabria Maceri e Servizi SpA”, con determina n. 106 del 25/09/2020, del responsabile del settore, ing. Notte, la cifra di €306.811,04 come imposto dalla delibera di giunta n. 75 del 19/08/2020 che ratifica la convenzione tra comune di Acri e Calabria Maceri? Chi controlla che le tonnellate conferite presso l’impianto corrisponda davvero a quello attestato dall’impianto di riciclaggio? Non sarebbe forse meglio attrezzarsi per pesare i camion ad Acri per avere poi un riscontro sulle reali entità del servizio?

Ci è stato infine segnalato, che il deposito dei mezzi della Ecoross ha subito 2 incendi negli ultimi 4 mesi, chiediamo alle autorità se è vera questa circostanza.Non vogliamo dilungarci oltre con altre domande che con ogni probabilità rimarrebbero senza risposta, vogliamo solamente dire che siamo ormai stufi di avere a che fare con tanta incompetenza e mancanza di trasparenza!

PS: L’Organismo Straordinario di Liquidazione vorrebbe cercare di incassare i tributi fino al 2016, sarà un autunno caldo…

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