Il 20 maggio scorso, presso il palazzo Padula ad Acri, alla presenza dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle di Senato e Camera, del Sindaco di Acri, di cittadini, si è svolto un incontro-dibattito con al centro l’ospedale di Acri. In virtù dell’importanza del tema, abbiamo apprezzato che si sia andato oltre le contrapposizioni politiche. Il sindaco Capalbo, nel suo intervento, ha rivendicato l’impegno della propria amministrazione verso l’ospedale: un consiglio comunale aperto a settembre, il dialogo continuo con Regione e ASP di Cosenza, la richiesta di attuazione dell’atto aziendale in ogni sua parte, e con 3 postazioni OBI in Pronto Soccorso no previste nell’atto aziendale. Dal canto loro i rappresentanti del M5S hanno evidenziato la gestione fallimentare di oltre 9 anni di commissariamento, la posizione subalterna e rinunciataria del presidente Oliverio rispetto a Scura, il mancato raggiungimento degli obiettivi di gestione delle ASP e A.O., i cui direttori hanno ricevuto ugualmente un bonus premiale. I parlamentari pentastellati hanno sottolineato che la situazione dell’ospedale di Acri non è così rosea come si vorrebbe far credere e che esiste la volontà della politica regionale di favorire interessi privati nella sanità calabrese a discapito delle necessità dei cittadini.
Tenuto conto del piano di rientro, nell’attesa della cessazione della gestione commissariale, noi della LACA, abbiamo proposto di rimodulare la rete ospedaliera calabrese, prevedendo anche per la provincia di Cosenza e per il nosocomio acrese la tipologia di Ospedale Generale e non più di area disagiata com’è adesso. Abbiamo ribadito che è necessario far ripartire il multidisciplinare di chirurgia, i servizi ambulatoriali di medicina, l’apertura del reparto di Lungodegenza con 15 posti letto con annesso servizio di Riabilitazione.
Abbiamo evidenziato che la RMN, nonostante sia stata inaugurata da quasi un mese, a tutt’oggi non è funzionante, per effetto della mancata formazione del personale. Inoltre, l’ambulatorio di Oncologia è un servizio attivo, con una lista di attesa azzerata, grazie alla disponibilità dell’oncologo nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.00 alle ore 17.00. Non è possibile, però, effettuare la terapia iniettiva oncologica per la mancanza di attrezzature, farmaci e personale dedicato, quindi, anche se non previsto dall’atto aziendale, abbiamo chiesto al Direttore Generale Mauro che venga attivato affinché possa accogliere i molti pazienti del comprensorio che altrimenti devono spostarsi in altri ospedali con notevoli disagi.
La LACA, che da anni si batte per l’ospedale cittadino, ha posto alcune richieste alla politica. La prima ai parlamentari 5 stelle, in previsione di un nuovo governo M5S-Lega, chiedendo la rimozione del commissario che impedisce qualsiasi tipo di programmazione e riordino della Sanità calabrese, con il ritorno ad una gestione interamente regionale. La seconda richiesta al Sindaco di Acri, per intercedere personalmente presso il presidente Oliverio per far sì che cessi la gestione commissariale con la redazione di un nuovo piano di rientro, ed inoltre, si attivi per coinvolgere tutti i sindaci del comprensorio per costituire un fronte comune, formulando così una proposta per la definizione di una nuova tipologia di ospedale propria delle aree disagiate di montagna sul modello funzionante di altre regioni italiane, da identificare come Spoke di Montagna o più semplicemente Ospedale Generale. Come associazione LACA resteremo sempre vigili e collaborativi per cercare di ridare ai cittadini una Sanità dignitosa.